“Samurai”, il primo disco dei The black animals (gruppo nato dalla mente di Alberto Fabi, cantante dei Cardio e de Il Testimone; insieme a lui Nicola Matteaggi alle chitarre, Alessio Boncompagni alla batteria e Tommaso Nasini al basso) puo' far supporre che si debba finire con un altro harakiri del rock,ma già sentendo il primo brano “Irriconoscente”, il muro di chitarre e' un impressionante e fottuto inseguimento alla vita. Se siete ancora bloccati nel traffico e ascoltate un altro brano come “Dinosauro”, siete fottuti perchè questo, come la maggior parte dei pezzi del lotto, sono velocita'.
Non c'è trucco, non c'è inganno. L'elettronica, di cui oggi s'abusa per addolcire il piede sull'acceleratore, qua manca volutamente. Le 'pecore nere' vogliono correre senza limiti di sorta. Vogliono essere liberi di dare a Hendrix una chance per venire fuori dalla fossa e perdersi in qualche “giardino del suono” a Seattle. Ma attenti perchè quando meno ve l' aspettate la voce roca di Alberto Fabi in “La fiamma e l'orizzonte “, (proprio in coda all'album) vi mette teneramente a folle.
È un ”rinunciare a tutto e tutti ancora”, parafrasandone il bellissimo testo. Questo “samurai” e' il disco che rimanda il suo intento di sacro suicidio. Purtroppo la verità fa male ma è la cura (reinterpretando i versi del testo bellissimo di “Irriconoscente”).