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Già anticipato dal recente singolo "cose belle", venerdì 31 maggio 2024 esce su tutte le piattaforme digitali (in distribuzione Believe Music Italy) il nuovo singolo dei P L Z, dal titolo "107". Un nuovo capitolo per il duo senza volto di stanza a Milano: un'anima pulsante techno pop, una creatura luminosa dalle venature cantautorali che, come uno spettro,  vedevamo aggirarsi per la scena musicale già dal 2021, quando uscì l'album di debutto  "M E G A", e che ora (finalmente) è di ritorno. Forse questo numero, il 107 che dà il titolo al brano, ha un significato esoterico, da numero primo senza quadrati. O forse 107 è solo il numero del preset da cui è nato questa traccia, la prima scritta per il nuovo disco dei P L Z.

Questo duo è una creatura strana, che si muove su binari non così comuni e che siamo stati felicissimi di intervistare, riguardo le loro stranezze, Covid e molto altro.

1. Ma quindi, per davvero, a cosa fa riferimento quel 107 che avete usato per il titolo del vostro nuovo singolo? E che fascino hanno i numeri per voi?

Nessun fascino particolare in realtà. È il numero del preset da cui siamo partiti: siccome è il suono che ha fatto il pezzo, ci è sembrato doveroso chiamarlo così e ricamarci intorno. Siamo affascinati dalle mistificazioni.

2. A posteriori, ripubblichereste un album appena dopo il Covid, oppure aspettereste? Come vi siete vissuti quel periodo così critico?

Purtroppo non si può tornare indietro nel tempo, altrimenti lo rifaremmo. È stato un periodo per rimettere in prospettiva molte cose e farsi venire qualche pazza idea.

3. Quando avete deciso che il progetto PLZ non avrebbe avuto un volto? E come mai? Avevate come riferimenti vostri colleghi Myss Keta e Liberato?

Quando i nostri corpi mortali hanno raggiunto uno stadio di abbrutimento così avanzato che la nostra anima (sempre bella) ha gridato “voglio un’altra chance, una segunda piel!”. Per la Myss e Liberato grande stima, ma pensavamo più a Leigh Bowery e ai Barbapapà.

4. Ci snocciolate qualche nome della South London che vi ha ispirato?

Ci piacciono molto Joy Orbison, Leon Vynehall, Tirzah, Little Simz, King Krule, Gal Go, PVA…

5. Come descrivere Milano d’estate? E che in che modo la musica indipendente si può inserire in questo contesto? Che cosa avete in programma?

Milano d’estate è un forno, quando non arrivano monsoni e piene del Nilo a inondarla. D’agosto si svuota della sua classe modello lasciando spazio a un mondo vitale ed eccentrico di disadattati, docili maniaci con calzoncino inguinale e infradito. Peccato le recinzioni dei parchi notturni. Non sappiamo in che modo “la musica indipendente si può inserire in questo contesto”: capiamo con i monsoni e le piene che succede. Nel frattempo stiamo preparando qualche concertino, un paio di rework di pezzi italiani famosi e non, insieme al prossimo disco.