È uscito il 12 maggio "Il maestro non c'è", il nuovo lavoro dell'autore e musicista Carlo Fava. È un doppio lp di inediti scritto come sempre insieme a Gianluca Martinelli e prodotto da Diego Baiardi.
L'opera è una celebrazione di quella che si è ormai da tempo consolidata come Scuola Milanese. Ciò lo si vede nelle collaborazioni eccellenti come Danilo Rossi, prima viola del Teatro alla Scala e della Filarmonica, Claudio Sanfilippo e Folco Orselli che animano la scena cantautorale meneghina, tenendola viva dopo il passaggio di testimone e di eredità di grandi come Jannacci e Gaber.
La versatilità del profilo creativo del Carlo Fava come autore e musicista si nota benissimo nelle varie influenze di questo lavoro che spazia dal tango di "La legge della lode", intensissimo nelle contorsioni di fisarmonica/organetto e i rintocchi di pianoforte e il pop cantautore da camera alla Giammaria Testa che domina quasi tutto il lotto del primo disco, passando attraverso momenti più sperimentali di world music nella salmodia anestetica "Golem" molto simile alle ballate sospese dei Dead Can Dance.
Affascinante anche "Settanta" tra jazz e progressive dai richiami un pò Banco del Mutuo Soccorso.
"Il maestro non c'è" è una canzone che ne vale altre mille. Infatti se si riflette sul brano "Cara maestra" di Tenco, la denuncia che colpisce la figura dell'insegnante, carica di illusioni e dissillusioni di intere generazioni di ragazzi, è una messa in discussione di quella che è un'intera classe dirigente se non un intero spaccato di società. E questa canzone ne è all''altezza.
Il mood del disco, traccia dopo traccia, si spiega sempre più tra estremi di folklore urbano e variazioni colte jazzate dove, fra i contrappunti di piano e il grattare di spazzole, trovano posto liriche che raccontano senza mezzi termini il tempo che viviamo esasperati e un pò incoscienti.
Però mentre sembra che i ritmi si livelleranno verso il soffuso e il mesto racconto, il pezzo "Selfie di schiena" dà un scossa al lavoro richiamando alla memoria l'"Attenti al lupo" di Dalla. Anche "Verdura" è decisamente più pop e "Fassbinder" sfiora quasi il funky e l'hip hop. Chiude tutto l'inedito cantare del giornalista Paolo Liguori in "La scaletta del tiggì".
Un lavoro lungo che però non stanca e, quando sembra di averti detto tutto, ti sorprende ancora.
Tracce
Disco 1
1.La Legge Della Lode
2.L`Onda
3.Golem
4.Settanta
5.Una Bellissima Ragazza
6.La Verità Sul Caso Mio
7.Accade Qualcosa Di Strano
8.Il Maestro Non c`è
9.Internazionale
10.La Sera
11.In Caduta Libera Dall`Ottavo Piano
12.Il Rivale
Disco 2
1.Selfie Di Schiena
2.Verdura
3.Fassbinder
4.La Scaletta Del Tiggì
Marco Pancrex