Abbiamo contattato via mail i Van Houtens che da pochissimo tempo hanno pubblicato l'album "Flop". Ci hanno raccontato un pò di cose tra ironia e consapevolezza..
Chi sono i The Van Houtens secondo i Van Houtens?
Una band di sopravvivenza metropolitana
Da dove deriva il nome della band?
The Van Houtens è l’anagramma di “Heaven’s hot nuts”
Come si è formata la band?
Qualche anno fa ho acceso il computer, registrato dei brani e poi ho fatto finta che insieme a me ci fossero anche altre persone
Nel maggio 2012 è uscito il vostro album dal titolo "Flop". Quali sono gli ingredienti di questo disco?
Si tratta di dieci brani catalogabili nella macro-categoria “POP”, sono in inglese quindi non così interessanti per il panorama italiano attuale…a me piacciono quasi tutti
Di quali argomenti avete parlato?
Cristian detto “Soldi”, il nostro produttore, non ha voluto inserire i testi nel booklet dell’album. Non è stata una scelta volta al risparmio in tempi di austerity, il motivo è da ricercarsi nella banalità dei testi. Adesso però sto provando a scrivere un brano che tratta di una proposta libertaria per una politica dei limiti allo sviluppo, ma sono ancora in alto mare.
Come sono nate le canzoni (sia da un punto di vista testuale che per quanto riguarda gli arrangiamenti)?
Non mi piace scrivere testi introspettivi, di protesta o canzoni d’amore standard…preferisco raccontare di A che si innamora di B e poi arriva l’imprevisto C. Chiaramente A, B e C possono essere persone di qualsiasi sesso, ma anche vizi, macchine sportive o prodotti alimentari. Per quanto riguarda gli arrangiamenti bla bla bla.
Ascoltando "Flop", l'ascoltatore viene catapultato in una dimensione quasi ludica, giocosa e colorata. Da dove avete preso spunto per concepire questi brani?
I brani sono nati per gioco e penso che, nonostante siano passati sotto la gogna di uno studio di registrazione, la dimensione ludica si possa comunque percepire.
Quali sono i vostri impegni futuri?
Sposarci
Tour, collaborazioni, registrazioni?
Stiamo facendo un po’ di date qua e là, seguite gli aggiornamenti sulla nostra pagina facebook. Dal vivo suoniamo tutte le canzoni dell’album tranne una e parliamo molto con il pubblico, che raramente risponde. A fine ottobre uscirà “I Want to Tell you”, il nostro secondo singolo con tanto di videoclip…so che tutti parlano bene delle proprie cose dunque evito di dire che il pezzo è molto catchy e il video è davvero figo (anche se non contiene immagini pornografiche).
Se doveste consigliare tre artisti contemporanei (band, cantanti, scrittori, pittori, attori...) quali sono i primi tre nomi che vi vengono in mente?
Enver, un writer della nuova scuola di Manhattan, molto bravo. C’è questo stucchista (lo stucchismo è pittura figurativa in opposizione all'arte concettuale), Simòn Sac, che fa delle cose davvero interessanti. E poi ci piace molto anche Dente.
Cosa ne pensate del trattamento riservato oggi alla musica in Italia, dalla possibilità di emergere alle difficoltà nel trovare date per potersi esprimere?
Ormai fa molta più sensazione un nuovo ascoltatore che una nuova band.