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Si intitola “Coccodrillo Bianco” il disco d'esordio del cantautore pavese MARCO CIGNOLI. Classe 1988, nato a Voghera, Marco Cignoli realizza un disco attuale, contemporaneo dal sapore synth-pop. Il cantautore affronta tematiche delicate (si va dalla depressione all'amore difficile, dalla solitudine all'ansia) e propone il suo lavoro partendo da una suggestione visiva legata alla copertina che raffigura un coccodrillo in tre colori diversi: il rosa è il colore-tradizione delle femmine, l'azzurro lo è per i maschi, mentre il bianco nel mezzo rappresenta la neutralità, rappresenta coloro che sono in transito, che sono pronti a “sporcarsi” di nuovi colori in un atto di coraggio, curiosità, evoluzione, crescita. Non per caso, l'azzurro, il bianco e il rosa sono i colori della comunità transgenere.

"Mi devo abituare" è costuita su un loop ossessivo che serve a sottolineare il rifiuto in un amore non corrisposto dove subentra la solitudine e la sofferenza per non poter vivere il sogno che si vorrebbe; sempre sulla stessa lunghezza d'onda c'è "Utopia", un amore rifiutato filtrato dagli occhi di un adolescente. Un brano che colpisce è "Invece scrivo canzoni" dalla matrice pop con venature electro che racconta il punto della situazione dei primi 30 anni di Marco Cignoli che rivendica le sue scelte che siano giuste o sbagliate. "Menù kebab" parla di chi si rifugia nel cibo per sfuggire alle paranoie della vita e poi scopre la speranza di guardare oltre e spiccare il volo.

Marco Cignoli incuriosisce per la sua naturale particolarità ed è la dimostrazione che si possono dire cose complesse usando un linguaggio ed un approccio semplici. "Coccodrillo bianco" è come un viaggio in macchina con l'amico di sempre: il tempo passa veloce, piacevolmente e si vorrebbe che non finisca mai.

TRACCE

Mi devo abituare
Cercala la notte
Invece scrivo canzoni
Tamburo
Autunno centrale
Menù kebab
Bulgaria
Utopia
Che ca**o sto dicendo