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C'è l'irrequietudine degli anni difficili della nazione.
C'è il ritmo agitato di chi scappa e di chi cerca di mettersi in salvo.
C'è la presa di coscienza che tutto non sarà più come prima.
C'è un senso di ricerca di libertà.
C'è una necessità di dire "esisto anch'io".
C'è un passato pesante ed un presente incerto.

Questo è molto altro è possibile ritrovarl nei 4'30" della “fight version” di “Do Not Hold in Hand After Lighting” di A Smog Museo. Il brano era già contenuto nell’album di esordio “Untitled01” del 2022 ma l'artista ha voluto cucire un vestito diverso: la nuova versione del brano infatti amplifica ancora di più il tema narrativo originario, aggiungendo ad una suite in crescendo di elettronica minimale, voci radiofoniche di scontri, manifestazioni, proteste e commenti estrapolati da radio e tv.

Nazario Graziano, colui che muove i fili del progetto A Smog Museo, spiega il perchè della nuova versione, in uscita dopo due anni dal disco d’esordio. “La nuova versione nasce sostanzialmente da un’idea live. Durante i set dal vivo ero solito accompagnare questo brano - che già nel titolo richiama al gesto “incendiario” - con effetti sonori e voci presi da scene di scontri e tafferugli. Dopo i fatti recenti di Pisa, gli scontri e le violenze sulle persone di colore in America degli ultimi tempi, ho ritenuto opportuno che fosse necessario portare in studio la versione live del brano e chiamarla appunto “fight
version”. Così ho interrotto la lavorazione del nuovo disco e ho dato priorità a questa versione “fight” del brano”.

Le voci e gli effetti sonori sono presi da telegiornali e archivi e narrano scontri studenti-polizia del 1977 a Milano e Roma e di avvenimenti accaduti in America contro i Black Panther a fine anni 60, primi 70.”