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É uscito venerdì 1 dicembre 2023 il nuovo album del poliedrico compositore e musicista Alessandro Fedrigo, un nuovo capitolo dal titolo "Mutaforma" è già anticipato dal singolo "Elegia". Il disco, pubblicato per l'etichetta Record Y, che suonava come una preghiera, di una confessione o di una meditazione. Improvvisando, Alessandro ha inventato alcune semplici melodie, squassate da un un ambiente elettronico inquietante.

"Mutaforma" invece rispecchia il modo di Alessandro Fedrigo di immaginare la musica, in continuo cambiamento, in questo disco ha infatti attraversato alcuni nuovi scenari con un basso dal suono cangiante, mutevole.

Abbiamo deciso di scambiare quattro chiacchiere con lui, sia come musicista che come discografico. Ed è ecco cosa ci ha raccontato!

1. Sei sia un musicista che un discografico, si può coprire uno dei due ruoli senza essere almeno in minima parte anche l’altra cosa? In altre parole: si può essere un musicista senza essere anche un po’ manager di sè stessi?
Impossibile non essere manager di se stessi, suonare bene è solo un piccolo pezzetto dell’attività di un musicista oggi. Bisogna scegliere il gruppo, il repertorio, il concept, scrivere la musica, trovare un’etichetta discografica, un ufficio stampa, contattare i direttori artistici, fare delle foto promozionali, stare sui social e molte molte altre cose. Il musicista oggi deve fare tutte queste cose, e in tutte queste cose deve (secondo me) mettere la sua creatività, esprimere se stesso. Se ci riesce ha vinto, comunque.

2. E come mai hai scelto di appoggiarti ad un’altra etichetta che non è la tua?
Perché Frank Martino (che dirige Record-Y) ha un’idea di musica di cui capisco il valore e sulla quale mi sento sintonizzato. Ovviamente ha senso che questo mio specifico progetto esca per Record-Y e non altri, ma in questo modo rinfresco le mie idee, sperimento nuove formule e (spero) imparo qualcosa.

3. E una volta che un disco è pronto, quali altri step sono necessari perchè un disco faccia il suo viaggio, tra promo, social e live? C’è qualcosa che senti di stare sottovalutando?
Bisogna scegliere chi avere al proprio fianco in queste azioni, io ho scelto Conza Press, mi piace molto il lavoro che fa Morgana Grancia, ha un modo peculiare di veicolare i messaggi creativi dei musicisti di oggi, forse è lontana dal mondo del jazz più tradizionale, ma questo ha senso per questo progetto che io sento ai confini tra varie musiche.

4. Che cosa hanno in comune i tuoi dischi “Onda M” e “Mutaforma”?
MutaForma è la prosecuzione del lavoro iniziato con Onda M, c’è il mio lavoro sui software, la processazione del basso e un rapporto nuovo con il mondo dei suoni.
Sono da solo con il basso e il computer. Posso lavorare in casa confrontandomi da remoto con Nico Soffiato (che ha curato il missaggio e la produzione artistica) e Frank Martino per la masterizzazione. E’ un nuovo modo per me di lavorare in team.

5. Cosa c’è nel tuo 2024?
Sto preparando un live da solo con basso, voce e elettronica, spero di continuare il lavoro con l’ensemble visionario Holophon (con Frank Martino, Giovanni Iacovella e Claudio Sichel) e poi il nuovo cd di XYQuartet con Nicola Fazzini, Saverio Tasca e Luca Colussi. Ma l’obbiettivo fondamentale è suonare, il più possibile.