“Samizdat” è il terzo album di Edoardo Maggiolo, musicista sperimentale vicentino.
Compositore, batterista, percussionista e “non-pianista”, Edoardo ha iniziato la sua carriera musicale solista nel 2018 dopo aver militato a lungo nel complesso jazz vicentino dei “Mandela”.
Interessato in egual misura dalla musica sperimentale, all’ambient, alla contemporanea e con un profondo amore per la musica jazz, è interessato ad esplorare ogni possibilità, sua tecnica che musicale, che lo stimoli. Così, nella sua produzione ritroviamo un panorama sonoro decisamente variegato ed in evoluzione: dalle prime composizioni per sola batteria e field recording di “Intorno”, (2018), passando per la sperimentazione elettroacustica di “Mappe” (2019), fino ad arrivare a “Samizdat” (2022) dove, per la prima volta, lo spunto nasce da una folgorazione letteraria.
“Samizdat” – nome che indica quegli scritti che circolavano in forma clandestina in Unione Sovietica per sfuggire alla censura del regime – è infatti ispirato al capolavoro di Michail Bulgakov “Il Maestro e Margherita”: un libro che ha affascinato generazioni di lettori con il suo mix tra filosofico, grottesco, surreale e feroce satira politica anti-sovietica. Quella formidabile storia dell’arrivo di Satana e dei suoi aiutanti a Mosca ha colpito cosi tanto Maggiolo da spingerlo a comporre della musica ispirata al libro. Ma più che fare un commento sonoro ai capitoli, l’autore si è qui concentrato sul cercare di restituire in musica quella sensazione onirica, surreale e sferzante di cui il romanzo è impregnato: ne esce fuori un’opera in nove immagini sonore dove si lambisce la musica sperimentale, si passa per richiami jazz e folk e si toccano atmosfere cinematiche da noir. Non si usa la parola “immagini sonore” a caso: per l’autore è fondamentale partire da immagini per comporre il brano, cercando di tradurre in suono l’immagine che vuole evocare.
Ad accompagnare l’autore nella realizzazione del disco c’è una formazione variabile di giovani musicisti italiani e austriaci, i quali hanno mandato materiale improvvisato che poi Maggiolo ha editato, ricomposto a arrangiato cosi come lo si sente nel disco: Andrea Ruocco al contrabbasso e all’organo; Matteo Scalchi alla chitarra; Belinda Miggitsch al clarinetto e alla fisarmonica; Diego Di Carlo come field recordist; Riccardo Maggiolo alla voce. Maggiolo Edoardo ha invece realizzato le parti di batteria, percussioni, pianoforte e mandolino. Il disco è stato registrato utilizzando solo registratori portatili; una tecnica che l’autore ha da qualche tempo iniziato ad esplorare nelle sue potenzialità e limiti.
Cosi, il disco si apre a mondi sonori differenti ma uniti nel ricreare quello spirito lucidamente irreale del libro: il veloce brano “Valzer Per Una Città Ipocrita” è descrizione sonora della Mosca di Bulgakov dalle forti tinte klezmer; “L’Assassino, La Donna, Il Buffone e Il Gatto” è una vignetta sonora jazz- noir, mentre più ispirata alla musica ambientale è la cupa “Che il Diavolo Se Lo Porti!”. Oltre a questo, in “Samizdat” trovano spazio anche le lunari ballate per pianoforte di “E’ Sempre Mezzanotte” dai toni sognanti ed eterei e della conclusiva “Torrenti Lunari”, che trasportano in musica anche il lato più passionale del romanzo, ovvero la storia di due personaggi del libro, proprio quei Maestro e Margherita del titolo.
In 26 minuti di musica, Maggiolo mette in scena una fugace quanto toccante impressione sonora di uno dei più grandi libri del ‘900. L’artwork del disco è parte di un’opera del pittore vicentino Chester Stella; il disco è mixato e masterizzato dallo stesso Maggiolo.