”Whales know the route” (Pippola Music) è il secondo disco della cantautrice e performer Verdiana Raw ed esce a 4 anni di distanza dall'album "Metaxy". Fondamentale è stato l'incontro con Paolo Favati che, oltre a produrre l'album, ha permesso a Verdiana di far crescere le sue composizioni in modo da ottenere una forma più complessa e ricca di sfaccettature. Inoltre, da sottolineare il contributo della violista, Erika Giansanti, musicista di grande sensibilità, capace di suonare rock e classica allo stesso tempo che ha reso il lavoro di Verdiana ancora più interessante.
Il primo pezzo, “Time is circular”, ricorda le atmosfere suadenti dei capolavori sonori e vocali di una certa Tori Amos versante dream pop, con un canto che straborda oltre un fielding di chitarre abrasive sottostanti, riaggiornando anche formule classiche di memoria anni 80, di capolavori come Treasure dei qui rielaborati e destrutturati Cocteau Twins. “Behind that ballerina dress”, il secondo pezzo, ci annuncia un'entrata in scena di un avanspettacolo mitteleuropeo, che non sarebbe stato fuoriluogo nelle esplorazioni di processazione di suoni e voci dei primi lavori di uno come Matt Elliott.
Sembra di stare al sicuro, e infatti siamo nel ventre di una balena: questo è il concept dichiarato dalla cantautrice. Un viaggio all'interno della memoria del tempo. Tutto è ovattato. Le chitarre hanno un suono caldo e avvolgente e il violino si divide il compito con la batteria nell'irrompere tagliente e effettato a dare l accento a questo “ancestrale battito materno”. Sembra di sentire i più apocaliptici Jethro Tull in pezzi come “Disaster “ e quelli più favolistici acqualanghiani in “Saturnine hopes”.
Il viaggio continua dondolati da ninna nanne cameristiche europee “Durme durme“ in cui a cullarci ci pensa un oceano senza più memoria, dove la balena di Verdiana abbandona il suo farsi guidare all'istinto di Madreterra. Infatti sia “Amina's“, che in “Planets”, il sound si fa rarefatto e onirico, come se dopo la caduta nel sonno sopraggiunga, al ciondolare di un gran piano e un dolce pianto di violino, una vita lontana che ricorda le salmodie, qui cantate , dei Current 93 e del suo discepolo fedele Baby Dee. La foce ha in seno la PACE. Il rompersi delle acque, tutte insieme, e la rinascita.
In “Accordo con satie”, parafrasando il titolo tradotto di una sua canzone, non ci si può che essere in linea con una rotta oceanica piena di temporali sonori e rasserenamenti vocali, giochi di parole e rocambolesche acrobazie del miglior circo di un europa di mezzo dove, e questo disco lo testimonia, si può e si deve guardare e attingere per fare un folk da camera che non sia la ripetizione di un'idea di americanizzazione folkloristica senza alternative.
Bene questo lavoro sia nella sua voglia di osare che nella finale riuscita, merita quindi un enorme plauso
TRACCE
1.Time Is Circular 4:01
2 Behind That Ballerina Dress 4:41
3.This Disaster 2:57
4.Saturnine Hopes 4:26
5.Durme Durme 3:37
6.Amina's 3:46
7.Planets 5:40
8.On The Road To Thelema 5:03
9.According To Satie 5:02
Marco Pancrex