Il 3 febbraio è uscito per La Tempesta Dischi il nuovo lavoro di Umberto Maria Giardini (UMG) dal titolo FUTURO PROXIMO. Hanno collaborato al progetto Michele Zanni (piano, moog, vibrafono, basso elettrico), Marco Marzo Maracas (chitarre elettriche), Giulio Martinelli (batteria), Stefano Radaelli (sax baritono), sezione di archi scritti e diretti dal Maestro Carlo Carcano. Questo collettivo ha reso l'impasto del suono più ricco di soluzioni stilistiche ma anche più carico nella malinconia dei bianchi e neri che sono la caratteristica distintiva dei lavori di UMG già in Protestantesima di due anni fa.
La sfida è stata agganciare al post-cantautorato arie più tipicamente dilatate e solide sia nella loro progressione lineare, nel rispetto di una seppur atipica ma presente forma canzone, e vere e proprie finestre sonore che, ricordando molto il suo progetto Pineda, hanno dato al tutto un venticello più prog e psych-pop.
Ora facendone un discorso di orecchiabilità, concetto dal quale forzatamente si rifugge per essere più fighi e indie possibili, il disco la trova nelle tracce "A volte le cose vanno in una direzione opposta a quella che pensavi", "Caro Dio", "Graziaplena","Alba Boreale". In esse si riprende un certo intimismo di dischi datati come Natura in replay quando il nostro sotto le mentite spoglie di Moltheni faceva anche la sua ottima figura sul palco nazionalpopolare di Sanremo.
Naturalmente tutto qui è prodotto in maniera eccellente, segno che è avvenuto un percorso di maturazione non trascurabile. La canzone che fa da spartiacque tra un certo art-pop e il prog molto crimsioniano è "Ieri nel futuro prossimo". Tutto quello che verrà dopo sarà appunto un suonare, forse troppo indugiandone, le stesse cose di ieri guardando al futuro. Il concetto è riassunto da "Onda", che ci ridà forzatamente quello che vuol sembrare un refrain indimenticabile. Ma, in realtà, per il nostro artista, la ormai longeva formula di tradizione fatta passare per avanguardia un pò troppo confusamente, è ormai datata . Insomma sarà che il disco dice e suona le cose che mi aspettavo, sarà che l'imprevedibilità dovrebbe essere l'unico modo per amare un disco che in fondo ti ama meno o in maniera diversa.
TRACCE
1. Avanguardia 5:32
2.Alba Boreale 4:13
3. A Volte Le Cose Vanno In Una Direzione Opposta A Quella Che Pensavi 3:50
4. Il Vento E Il Cigno 4:51
5. Ieri Nel Futuro Proximo 4:54
6. Dimenticare Il Tempo 3:23
7. Caro Dio 2:39
8. Graziaplena 3:01
9. Onda 3:00
10. Mea Culpa 4:51
Marco Pancrex