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modena city ramblersIl 10 marzo è uscito il nuovo album "Mani come rami, ai piedi radici" degli emiliani Modena City Ramblers. L'etichetta è quella della band e la distribuzione Believe è in cd e vinile a tiratura limitata.

Il sound è il marchio di fabbrica della band che ha reso la musica della formazione un brand inconfondibile, in cui l'aspetto poetico-letterario dell'autoralità si unisce a ritmi di festa quasi fosse arrivata la banda di paese. L'allegria è sostenuta da gighe irlandesi, ballate spagnoleggianti e l'americano alt-country morriconiano della altisonante collaborazione con i Calexico nella traccia "My ghost town".

La gente che affolla le strade della fiera del santo sente questi musicanti portare tra le bancarelle colorate canti di Babilonia dove si incrociano il dialetto, lo spagnolo, e appunto l'inglese dei compagni di comunella Joey Burns e John Convertino. La mistura di varietà linguistica e anche dovuta all'amalgama di una scelta eterogenea di generi, sottogeneri e influenze che sonorizzano la lunga processione folkloristica. Ecco le ammalianti trombe della ballata marchiata Calexico ("My ghost town"), la fisarmonica nella punkeggiante molto Gogol Bordello ("Welcome to Tirana"), la patchanka spagnola alla Ska-p ("El senor t-rex"), il violino sinuoso del bellissimo downtempo tipico della band emiliana ("Mani in tasca rami nel bosco"), la orientaleggiante quasi sospesa come una canzone dei Radiodervish ("Sogneremo pecore elettriche"), le schitarrate elettriche del incipit Black Heart Procession-oriented che diventa un bubblegum melodico e velocissimo ("Ragas pin de stras"), la intimista filastrocca malinconica che sembra un misto tra Branduardi e i Nomadi ("Angelo del mattino"), la percussione che si fa rarefazione nella ninna nanna dialettale appena pizzicata dalle chitarrine ("Quacet putein").

Insomma questa lunghissima coda di gente e di accenti sfila pian piano che, al calar della sera, il santo torna a farsi statua e silenzio in chiesa. Prima, solo un attimo prima, come dice Capossela il venerato si è fatto "Uomo Vivo" in mezzo alla gente a stremarsi di forze e respiri. Quel santo l'ho visto, l'ho pregato, l'ho lasciato ancora al buio agitarsi come un monello indisciplinato alla vista dell'Altissimo. E chi ha ascoltato con noi questo disco lo può giurare. Anche perchè giurare non è un peccato se fatto con la stessa libertà di questa musica piena di amore per la vita.

TRACCE

1.Tri bicer ed grapa
2.Grande fiume
3.El Señor T-Rex
4.Gaucho, io e te
5.Welcome to Tirana
6.Sogneremo pecore elettriche?
7.My Ghost Town
8.Mani in tasca, rami nel bosco
9.A un passo verso il cielo
10.Volare controvento
11.Ragas pin de stras
12.Angelo del mattino
13.Quacet putein

Marco Pancrex