Il primo dicembre è uscito "Cambogia", il nuovo lavoro dei The Bastard Sons Of Dioniso. L'album è un omaggio a “Cambogia”, ovvero il nomignolo di Gianluca Vaccaro, tecnico del suono e produttore di molta della bella musica italiana, da poco scomparso. Il disco suona come un figlio dei Bluvertigo di Morgan ("Cambogia"), con dritture a cassa rock e chitarre stoner ("Sei solo tu"), tempi storti e aria di anni settanta con tanto di ammiccamenti ai deliri di Syd Barrett in supergruppo con gli Who ("Non farsi domande").
"Coast to coast" spezza l'attacco tutto tirato del disco, con una ballata rock piena di overdrive che ricordano Neil Young e i suoi Crazy Horses. "Lasciamo stare i convenevoli" è punk-hardcore di un Ligabue indeciso tra il suo caro blues e le ariose suite psichedeliche dei Cream. E poi i Flaming Lips ("Venti tornanti"), il bluegrass ( "La seconda Neve").
Tutto molto ben prodotto e ottimamente suonato, se non fosse che quel muro del suono che olea un pò tutti gli ingranaggi del lavoro, fa sembrare il lotto come troppo monocorde, anche nelle sue varie e lodevoli sfaccettature di sonorità e influenze.
Ora per noi serve solo riascoltarlo più volte e tirane fuori l'identità, l'anima se vogliamo.
Assolvere o rendere penitenti adesso è un atto prematuro.
Tracce:
1) CAMBOGIA
2) SEI SOLO TU
3) NON FARSI DOMANDE
4) COAST TO COAST
5) LASCIAMO STARE I CONVENEVOLI
6) VENTI TORNANTI
7) IL FALEGNAME
8) LA SECONDA NEVE
9) BENVENUTI NEL MIO MODO
Marco Pancrex