Gli I.A.N.T. escono con “Limite”, due anni dopo l omonimo. Questo è un lavoro potente nelle sonorità e senza mezzi termini nelle sue liriche al vetriolo. La band veneta è composta alla vecchia maniera power rock da Alberto del Grande (voce e chitarra ritmica), Federico Fabiani (chitarra solista), Danny Rambaldo (Basso), Fabio Orlandi (batteria).
I.A.N.T. sta per (Incapaci Ai Nostri Tempi). Il titolo è arrivato alla fine, dopo uno sguardo alle tematiche trattate: ogni brano contenuto nel disco descrive e racconta un limite umano, che ci appartiene.
IL primo brano “il Trionfo”, già mette sul piatto la mancanza di un compromesso con una società di starlette e opinionismi, che vuole apparire a tutti i costi prima di sparire per sempre. Un sample di Celentano, in apertura del secondo pezzo, “Luogo comune”, lascia spazio alle chitarre combat punk ora in battere, ora in levare, con una melodia sotto traccia, che non vuole certo distrarre dalla tematica delicata del precariato nel mondo giovanile. L'atmosfera chiama alla memoria il punk dei Punkreas e tanti altri gruppi che a cavallo tra i novanta e gli anni zero hanno fatto incetta degli insegnamenti di padri del genere come Rancid, Offspring di Smash e i primi taglienti Green Day. Il muro di chitarra è impressionante, la velocità è quella che tiene vivo l'ascolto, con un approccio giusto, un pò bastone e carota, ma utile a lasciar fluire le parole dritte allo stomaco, senza risparmiare niente e nessuno. In “33-15”, la guerra è la denucia/limite che si arricchisce nel pezzo “Non sparerò” in featuring con Bologna Violenta, della detenzione e dell'uso delle armi. Bella anche la cover “il mio nome è mai più” rivista alla loro
maniera.
Insomma un ottimo lavoro per questa nuova prova della band veneta che sarà pure “inadatta ai nostri tempi”, ma che serve ed è utilissima ai nostri giorni per darci una scossa emotiva e non solo.
Tracce
1.Il trionfo
2.Luogo comune
3.33-15
4.Non sparerò (feat Bologna Violenta)
5.Tra le mura
6.Il limite (feat. Talco)
7.Il mio nome è mai più
8.La colpa è tua
Marco Pancrex