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alessio legaIl 6 giugno è uscito "Mare Nero" di Alessio Lega, un lavoro che il cantautore leccese-milanese eleva a vicenda umana ossessionata dal bisogno di scrivere e divulgare. È una serialità di storie d'eroismo, amore, r-esistenza e libertà. Il sottotitolo che recita "Il ritratto di un inferno bello mosso" dà una dimensione di teatralità che si fa scena con le due riletture inserite nel disco (un brano di Dario Fo e Fiorenzo Carpi e l'altra di Paolo Pietrangeli), mentre in "Zolletta" c'è un omaggio commosso a Enzo G.Baldoni.

"Angelica Matta" chiama a memoria le svisate pseudo-espressioniste di Max Manfredi con un timbro emotivo alla Vecchioni; "Canzone del povero divolo" sembra una outtake di "Marinai, profeti e balene" di quel Capossela dark e sperimentale; "Ambaradan" è una canzone magica da starci a pieno tra le i versi sardonici di un De Andrè tra l'"Ottocento" e la world-music di Crueza De ma; "Santa croce di lecce" ha un non forzato ritmo di un walzer di impegno storico-sociale che ravviva la memoria e si lega bene al mood di Claudio Lolli; "Hanno ammazzato il Mario in bicicletta" che fugge swingante alla Jannacci si contrappone la ballata "Stazione Centrale" cupa e partigiana che, per l'atmosfera, ritrova le note sarcastiche di "Venezia" di Guccini; "Non sarai più sola" è un mezzo charleston che taglia quello che sarà ancora un dolceamaro gruppetto di ballate soffuse e uptempi zingareschi tra amore e memoria storica in un opera che sembra un concept ma non lo è, nonostante parla con una sola voce di canzone popolare e rilettura raffinata autorale imbastita di vari fili conduttori ma con quel colore da cerimonia dopo la battaglia eroica che lo rende un monolite di intenso storytelling.

TRACCE

1.Angelica matta
2.Canzone del povero diavolo
3.Ambaradan
4.Santa CRoce di Lecce
5.Hanno ammazzato il Mario in bicicletta
6.Stazione centrale
7.Non sarai più sola
8.Maddalena di Valsusa
9.Porrajmos
10.Fiore di Gaza
11.Zolletta
 

Marco Pancrex