Abbiamo contattato gli Io?Drama, rock band milanese che in questo periodo sta promuovendo il suo nuovo EP "Mortepolitana". Ecco quello che ci hanno raccontato.
1. Innanzitutto grazie per aver accettato l'intervista, ragazzi. Potreste spiegare a chi non vi conosce (o non vi conosce abbastanza) chi siete, che musica fate? Parlateci un pò di voi.
Siamo una band nata a Milano nel 2004. Dopo due EP abbiamo pubblicato “Nient’altro che Madrigali” nel 2007, “Da consumarsi entro la fine” nel 2010 e stiamo lanciando ora l’EP “Mortepolitana”. Amiamo sperimentare e contaminare il nostro suono, ma ancora di più amiamo la dimensione live.
2. Il 2 maggio esce la vostra terza pubblicazione, un EP di quattro brani, una sorta di concept, legato da un fil rouge comune: l'attualità. Ecco, prima di tutto potreste spiegarci da dove nasce l'idea di chiamarlo con un gioco di parole, "Mortepolitana"? Potreste poi raccontarci, su grandi linee, come sono nati i brani?
Fabrizio: “Mortepolitana” è un gioco di parole che mi frulla in testa da circa dieci anni. Mi sembrava la parola perfetta per descrivere la situazione di un cittadino di oggi, precario nel lavoro e nell’essere. I brani sono nati in periodi diversi (“Il fotografo” è il più vecchio, ha circa due anni, “L’amore ai tempi del precario” il più recente) ma si sono uniti quasi spontaneamente.
3. Nei vostri ultimi brani si parla anche di internet, facebook (ad esempio in "Il mio profilo")...come vi rapportate al web? Cosa ne pensate del free-download?
Pensiamo che il free-download non possa essere fermato e che debba pertanto essere sfruttato al meglio. Oggi possiamo accedere a canzoni preziose per la crescita della persona e della cultura, e questo è un bene. Se si riuscisse a rinnovare il mercato, e contemporaneamente disciplinarlo, forse il free-download diventerebbe l’arma migliore per proporre musica, concerti, messaggi, nella maniera più variegata possibile. Al momento, purtroppo, rappresenta solo una perdita per le case discografiche e questo paralizza il mercato ai piani alti, con conseguenze gravi per tutti. Ma abbiamo fiducia nella libertà di espressione e di conoscenza, quindi pazientiamo.
4. Nell'EP c'è una bellissima versione di "Samarcanda" di Roberto Vecchioni. Una cover 'casuale' o una scelta ponderata? Cosa significa per voi questa canzone?
I tre brani scelti sembravano parlare della stessa città, dello stesso anno, della stessa gente. Così li abbiamo messi insieme e abbiamo capito che il modo migliore per concludere il disco in maniera sensata fosse inserire la cover di “Samarcanda” per dare quel qualcosa di attuale ed eterno, di italiano, con un pizzico di fiabesco. Il brano riporta un’antica fiaba che a ritmo di danza descrive l’inesorabilità del fato. Era lo spirito giusto per chiudere l’EP: una canzone d’autore, profonda e contemporaneamente scanzonata.
5. Quali sono i cambiamenti (se ce ne sono) rispetto ai vostri passati lavori?
In “Mortepolitana” abbiamo deciso di autoprodurci, come si faceva una volta quando una band decideva, tra un album e un altro, di lanciare sul mercato un lavoro estemporaneo. A differenza dei precedenti lavori, LP dai quali abbiamo estratto dei singoli in un arco di tempo di circa due anni, questa volta abbiamo deciso di lanciare un EP con quattro singoli da diffondere in maniera più serrata in meno di un anno. Ci tenevamo a imprimere questo spirito “fai da te” anche nel suono e negli arrangiamenti, e abbiamo chiesto al fonico Andrea Kemo Ficara di “imitare” il nostro suono live. Per questo motivo abbiamo registrato e mixato il lavoro in meno di un mese, spesso in presa diretta, e scegliendo delle take talvolta sporche o imperfette, ma spontanee.
6. Come definireste il vostro rapporto con il pubblico che vi segue durante i live? Sempre parlando di live, a cosa pensate quando salite sul palco: gli istanti che precedono l'inizio, durante il concerto e quando finisce?
Chi viene ai nostri concerti sembra voglia farci sentire con tutte le sue forze quanto alcune canzoni abbiano significato qualcosa per lui. Questa voglia di partecipare, di ballare e di godersi i silenzi, questa attenzione ai concerti elettrici come nei concerti a domicilio, sono per noi fonte inesauribile di forza e ispirazione. Non è facile essere musicista in Italia, soprattutto se proponi inediti. Il pubblico ci aiuta tanto. Prima di salire sul palco non pensiamo quasi niente: è il momento che aspetti ogni giorno e te lo godi: la musica diffusa che si abbassa di volume, le luci che si fanno più soffuse... Durante il concerto non saprei proprio, e comunque è difficile da descrivere. Finito il concerto un po’ ci si gode il relax, un po’ si cerca di capire cosa è andato bene e cosa sia da migliorare.
7. Potreste consigliare 3 artisti (musicisti/scrittori/pittori...viventi o non, italiani o non...ecc...) che secondo voi oggi meritano di essere seguiti con attenzione?
Buttata lì così questa domanda è difficilissima! Ne sceglieremo due dall’underground e uno dall’Olimpo.
- Cristian Sonda: Abbiamo avuto il piacere e la fortuna di realizzare “Mortepolitana” assieme a questo artista milanese sulla scena da molti anni, di cui apprezziamo la sensibilità, lo stile, ma soprattutto il modo di guardare il mondo e l’attualità. Se possibile, ci teniamo a linkare qui il suo sito: http://www.cristiansonda.com/
- Grenouille: ci conosciamo da anni, ma siamo diventati amici solo tempo dopo esserci stimati come artisti. www.grenouille.it
- Fabrizio de André: oggi è attuale e può ancora aiutare la gente a capire, accettare o sconfiggere alcune piaghe morali della nostra società.
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