I Confusional Quartet sono tornati! La band bolognese, dopo trent'anni di pausa discografica, decide che è arrivato il momento di pubblicare un nuovo disco (che prende il nome del quartetto) composto di materiale nuovo, nuove idee e rinnovata grinta.
Il 16 ottobre per i Confusional Quartet si riaccendono i riflettori sulla loro musica fatta di melodie, ritmi, un bizzarro mix di jazz, new wave, no wave che si amalgamano con un approccio artistico che guarda al futurismo, al minimalismo e alla confusione come mezzo per spaziare fra generi distanti tra loro. Il disco ha undici brani di musica strumentale; la band, infatti, non ha un cantante (nè adesso nè agli inizi).
Molte sono le immagini evocate dalle canzoni: il brano d'apertura "Futurfunk" (a cui ha collaborato Bob Rifo aka The Bloody Beetroots) conduce l'ascoltatore in un'atmosfera densa di tensione, "One nanosecond in Tunisia" è uno dei brani più potenti e più sferzanti dell'album, "Verme" ha un'interessante retrogusto futurista con un favoloso intreccio di riff di chitarra e tastiere elettroniche mentre invece "Ritmo speed" non tradisce le aspettative del titolo ed è un pezzo veloce con repentini cambi di ritmo; la chiusura è affidata a "New new wave" che racchiude in sè l'energia e l'idea alla base del meccanismo che muove tutto: tutto è possibile. È proprio qui la forza di un quartetto che decide c'è ancora tanta storia da scrivere, tanta musica da suonare, tante idee da compattare per raggiungere un unico flusso.
Federico Guglielmi scriveva nel luglio 1980, recensendo un loro album, di una musica che colpisce perchè insolita e per ciò che rappresenta nella nuova musica italiana. Parole valide ancora oggi.
Bentornati!
TRACCE
1. Futurfunk
2. Kursaal
3. Cani alla menta
4. One nanosecond in Tunisia
5. Verme
6. Ritmo speed
7. Forza dell'abitudine
8. Sensosan
9. Amaricante
10. Orazio
11. New new wave
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