Ne è passato di tempo da quando Cristina Donà si affacciava al mondo musicale nostrano con il suo disco "Tregua". Era il 1997. Da allora molte cose sono cambiate ma una è rimasta intatta: la passione di questa artista per la musica ed il suo modo unico di trasmetterla al suo pubblico. Si, perchè le emozioni ai concerti di Cristina Donà non mancano mai: emergono silenziose, si fanno strada e poi esplodono in applauso o in un sorriso o in uno sguardo complice.
Venerdi 1 dicembre la cantante di Rho è salita sul palco del Serraglio di Milano ed ha incantato con la sua voce soavemente potente e delicatamente leggiadra il pubblico che ha affollato il locale meneghino. Molto spazio ai brani di Tregua: ottimi gli arrangiamenti e le vesti sonore eseguite dai fidi musicisti Cristian Calcagnile (batteria), Lorenzo Corti (chitarre), Danilo Gallo (basso) e Gabriele Mitelli (fiati).
L'alchimia che si costruisce sul palco è palpabile. Il pubblico è coinvolto sin dal primo brano. E così scivolano via le bellissime "Ho sempre me", "Stelle buone", "Labirinto", "Raso e chiome bionde", "Le solite cose", "Piccola faccia", "Ogni sera", "Tregua" (con un suggestivo accenno ad "All Apologies" dei Nirvana). L'effetto che ha un impatto evidente sul pubblico è la potenza e la cura dei suoni: c'è forza, quantità e qualità nelle code strumentali che ipnotizzano.
La seconda parte dello show è focalizzata su brani più recenti: da una deflagrante "The truman show" ad una eterea "Dove sei tu" passando per una romanticissima "Universo" (eseguita chitarra e voce). Il tuffo nel passato continua con "Goccia" (un evergreen che rinnova la propria lucentezza ascolto dopo ascolto) e la seducente "Invisibile" che sa sempre accarezzare il cuore. Il live si chiude con "Il tuo nome".
Tra un aneddoto ed un ricordo degli esordi discografici, Cristina Donà ha regalato una serata ricca di musica ed emozioni. Il pubblico ha sottolineato l'apprezzamento con lunghi applausi e richieste di canzoni. A fine concerto è stato un pò come sentirsi in una sua canzone: "dentro una vertigine che danza e ci porta al di là del tempo; sino a ritornare sulle labbra, l'incanto è lo stesso. Perché niente è cambiato anche se tutto è diverso..."