É uscito su tutte le piattaforme digitali per Believe Music Italy (e in formato birra) il primo disco dei The Pax Side Of The Moon, fuori da venerdì 12 aprile 2024 per Hukapan (etichetta discografica indipendente e agenzia creativa di proprietà del gruppo musicale Elio e le Storie Tese): un primo e definitivo capitolo che segue oltre dieci anni di attività live.
Prodotti da Elio e Le Storie Tese e definiti come “eredi illegittimi” del medesimo Complessino, i The Pax Side Of The Moon passano dal country fino al “soft metal” con assoluta nonchalance. Testi solidi, arrangiamenti non banali e ironia da cecchini sono il risultato degli anni passati a suonare davanti a un pubblico molto eterogeneo e poco incline alla benevolenza.
Reduci dal loro concerto allo Stadio di Monza con gli Elio e Le Storie Tese, li abbiamo intervistati su quanto è successo ultimamente.
1. In un momento storico dove sembra essenziale rientrare in playlist editoriali e in specifici spazi e categorie, voi esordite con un disco dove è impossibile etichettarvi. Come ve la vivete?
E’ un disastro su tutta la linea. Se chiedi “Alexa riproduci The Pax side of the Moon” sicuramente non partono le nostre canzoni. Il titolo dell’album poi è ancora meglio. “Hey Google fammi sentire Come guadagnare con la musica”. Siamo la peggior case history musicale degli ultimi decenni.
Questo ci rende veramente liberi. E’ stupendo.
2. E quale potrebbe essere il genere dei The Pax Side Of The Moon?
Ne abbiamo discusso molto. Lo chiameremo “Grill Rock” perché nasce durante le grigliate ed è lì che raggiunge l’apice della sua espressione artistica. Sei strafatto, ubriaco, hai la pancia pienissima e sei circondato dai tuoi amici che si chiedono chi ha rubato la salma di Mike Bongiorno. Parte una canzone dei Pax Side e sei subito felice.
3. Avere un’etichetta discografica oggi, può fare effettivamente la differenza? Com’è stato nel vostro caso e rispetto magari ad altre esperienze musicali che avete avuto in passato?
Un’etichetta che ti segue, cerca di darti strategia e supporto, che ti aiuta a fare network e a trovare obiettivi e collaborazioni, che ti promuove e al contempo ti sprona a fare sempre qualcosa di nuovo, di inedito, di libero. E’ il sogno di tutti.
Anche il nostro, se ne conoscete una fateci sapere.
4. Emergere dalle numerosissime uscite musicali è difficile? Il titolo del vostro primo album “Come guadagnare con la musica” fa riferimento anche a questo?
E’ impossibile. Almeno per noi che abbiamo fatto il percorso all’inverso. Noi suoniamo dal vivo e non ci promuoviamo online. Seguiamo i social sporadicamente, siamo brutti ma non abbastanza da essere indie. Non faremo mai il “botto”, di questo ne siamo certissimi.
Ma quando facciamo un concerto la gente ride molto. E’ felice.
E anche noi.
5. E voi, con la musica ci avete guadagnato?
Tutto quello che guadagnamo con la musica lo reinvestiamo nella musica. Un po’ come essere un pusher tossicodipendente. Cosa può andare storto?