Abbiamo contattato gli IRON MAIS che ci hanno raccontato il loro disco dal titolo “The magnificent six”, le nuove canzoni, il loro universo musicale, i progetti futuri e molto altro ancora.
Buona lettura.
1.Chi sono gli IRON MAIS secondo gli IRON MAIS?
Semplicemente siamo un gruppo che porta in giro la propria musica cercando di divertirsi e far divertire il pubblico.
2.Da dove deriva il nome della vostra band?
Il nome sintetizza ciò che proponiamo con questo progetto, ovvero il connubio tra una musica rock, metal e punk ed uno stile campagnolo che affonda le radici nella tradizione folk, country e bluegrass. Difatti riprendiamo il nome di una celebre band rock metal (Iron Maiden) con un pizzico di ironia agreste … il mais!
3.Come definireste la vostra musica? Se doveste dare tre aggettivi alla vostra musica, quali scegliereste?
La definizione di genere sarebbe cowpunk, esattamente l’energia del rock suonata con strumenti tipici della tradizione statunitense (violino, banjo, etc…) . Se dovessimo definire con tre aggettivi la nostra musica sicuramente sarebbero: esplosiva, carismatica e divertente!
4.Cosa rappresenta per voi la musica (la vostra e quella che ascoltate)?
Tutti noi sei, siamo cresciuti con la musica, ascoltandola e suonandola fin da bambini ed inevitabilmente questa rappresenta una parte principale delle nostre vite e cerchiamo di portala avanti in maniera professionale anche se è molto difficile al giorno d’oggi.
5.Ascoltando il vostro ultimo lavoro dal titolo “The magnificent six”, ci si ritrova coinvolti in un vortice di melodie da cui è difficile uscirne. Innanzitutto: Come è nato questo lavoro? Quali sono le idee che sono alla base delle canzoni che lo compongono?
Il disco è nato concettualmente lo scorso inverno ed è stato pubblicato a maggio del 2017. Per la prima volta abbiamo voluto inserire, oltre a delle cover rivisitate in chiave cowpunk, anche sei brani nostri inediti in italiano, per raccontare a nostro modo la realtà attraverso l’utilizzo della nostra ironia. I temi trattati nei brani sono molteplici, l’abuso dell’alcool (Drink & Drive), la crisi economica (Grano Duro), la critica agli arrampicatori sociali (Cu Cu), la società (Ahi che dolor), il tema del degrado ambientale (Lambro River), e infine relazioni sociali finte (Friendshit).
6.Il vostro disco comprende brani inediti e cover: come è avvenuta la fase di scelta delle cover?
Per la scelta delle cover abbiamo attinto da tutta una serie di brani per noi storici, con i quali siamo cresciuti. Abbiamo voluto reinterpretare queste cover come omaggio ai grandi artisti che le hanno composte.
7.Quali sono i vostri progetti futuri?
Il futuro ci vede attualmente impegnati a promuovere il disco. Si è appena concluso il tour estivo che ci ha portato in diverse città di Italia ed ora stiamo iniziando la parte invernale del tour che si svolgerà nei club e nei locali sempre sparsi per l’Italia. Ci stiamo impegnando, soprattutto grazie alla nostra booking agency Maninalto!, per avere la possibilità di crescere e partecipare a festival ed eventi sempre di maggiore importanza e suonare insieme a gruppi di un certo rilievo.
8.Musicalmente parlando, qual è il vostro sogno nel cassetto?
Sicuramente è quello di poter trasformare questa passione in un lavoro, certo è un sogno che incontra molti ostacoli, anche perché non è facile vivere di musica al giorno d’oggi, con un mercato saturo e con un genere così particolare come il nostro.
9.Se doveste consigliare tre band contemporanee, quali scegliereste?
Ci sono molte band valide al giorno d’oggi e non sempre riconosciute per il loro valore… Per restare in tema cowpunk, per farvi un po l’orecchio sul genere consiglierei Hank William III, Steve’n’seagulls e Hayseed dixie… buon ascolto!