Abbiamo contattato FRANCESS che ha pubblicato il suo nuovo disco dal titolo "A BIT OF ITALIANO": ci ha introdotti nel suo universo musicale, ci ha parlato delle sue canzoni, dei suoi progetti futuri, delle influenze musicali e molto altro.
Buona lettura.
1.Chi è FRANCESS secondo FRANCESS?
Sono una persona semplice con i piedi per terra anche se a volte forse un po’ troppo. Mi ha sempre appassionato la musica e a un certo punto della mia vita ho capito che cantare era un ottimo modo per sfogarmi, esprimermi oltre a divertirmi molto. Sono autoironica e non mi prendo maimaitroppo troppo sul serio. Sono abbastanza riservata ma la musica mi permette di farmi conoscere senza dover parlare troppo.
2.Come mai questo nome d’arte?
Il mio vero nome è Francesca English e, quando ero agli inizi, mi è stato consigliato questo nome d’arte per avere un’identitá più chiara e immediata soprattutto all’estero. Se devo essere sincera però, se avessi saputo che un giorno avrei fatto un disco chiamato “A Bit of Italiano” con lo scopo di costruire un ponte fra la mia parte italiana e quella americana, penso che avrei insistito per tenere il mio vero nome.
3.Come definiresti la tua musica? Se dovessi dare tre aggettivi alla tua musica, quali sceglieresti?
Sperimentazione, cura e passione sono tre parole con cui decriverei la mia musica. Da quando ho cominciato questo percorso, insieme alla mia squadra, ho cercato sempre di sperimentare per capire quale strada fosse artisticamente quella giusta per me. Tutto il lavoro che facciamo nasce da una grande passione che ci guida nella scrittura di ogni canzone e nel modo con cui affrontiamo ogni nuovo progetto.
4.Cosa rappresenta per te la musica (la tua e quella che ascolti)?
La musica, come qualsiasi altra forma d’arte, oltre ad essere una delle migliori valvole di sfogo, è un linguaggio che permette di esprimere stati d’animo e pensieri che altrimenti sarebbero difficili da descrivere. Per me la musica ha anche un grande valore esplorativo. Cerco di capirmi, riconoscermi e conoscermi meglio nelle canzoni che scrivo e nella musica che ascolto.
5.Ascoltando il tuo ultimo lavoro dal titolo “A BIT OF ITALIANO”, ci si ritrova coinvolti in un vortice di melodie da cui è difficile uscirne. Innanzitutto: Come mai questo titolo? Come è nato questo lavoro? Come è nata l’idea di reinterpretare dei brani della cultura musical-popolare italiana? Quali sono state le difficoltà più grandi che hai avuto nell’approcciarti a canzoni che hanno fatto epoca?
Questo progetto nasce dal desiderio di trovare un punto di incontro fra le mie due lingue e culture. “A BIT OF ITALIANO” descrive il concetto portante del disco. Volevo esplorare una confusione che ha sempre regnato dentro di me rispetto alla mia identità per via delle mie origini. Per fare questo ho deciso di scegliere alcuni brani della tradizione musicale italiana e attraverso gli arrangiamenti e la traduzione in inglese, cercare di raccontarli dal mio punto di vista. Con estrema cura e rispetto abbiamo lavorato su queste canzoni cercando di mantere per ognuna lo spirito dell’originale. Sicuramente ho avuto un po’ di paura all’ inizio perché mettere mano a brani così conosciuti e amati dal pubblico è sempre un rischio. Devo dire che però la reazione di chi ha sentito le prime canzoni rielaborate e tradotte, è stata talmente positiva da darci il coraggio di proseguire e finire questo lavoro con orgoglio e determinazione.
6.Ascoltando le canzoni del disco emergono dei colori vocali molto particolari, molto intensi ed eleganti. Che peso ha la vocalità nei tuoi brani rispetto alla musica o al testo?
Penso che ogni elemento abbia la stessa importanza in una canzone. Detto questo, ogni brano ha il suo equilibrio fra musica, voce e parole e trovare la giusta ricetta è una delle sfide per fare un buon lavoro. Io canto quello che mi suggerisce la musica usando le parole e i suoni che emergono.
7.Quali sono i tuoi progetti futuri?
Grazie a questo disco è nata una bella collaborazione con l’orchestra del teatro Carlo Felice di Genova con cui ho avuto l’onore di esibirmi in diverse occasioni e formazioni. È un’esperienza che mi ha molto stimolato e spero che continui e si evolva. Sicuramente il prossimo disco sarà un progetto di inediti.
8.Musicalmente parlando, qual è il tuo sogno nel cassetto?
La mia risposta a questa domanda è sempre la stessa. Il mio sogno nel cassetto è riuscire semplicemente a fare questo mestiere in modo stabile, dignitoso e soddisfacente dandomi a possibilita di riconoscermi sempre di più nella musica che faccio. Non ho grandi sogni di gloria, vorrei solo fare il mestiere che amo a un livello che mi permetta di godermi la vita divertendomi con le persone che condividono la mia stessa passione.
9.Se dovessi consigliare tre band contemporanee, quali sceglieresti?
Non ascolto tante band contemporanee quindi ne consiglio solamente una. Gli Alabama Shakes sono un gruppo che ascolto molto. Sono bravissimi e la cantante ha una voce potente e ricca di colori.