Abbiamo intervistato i VALLANZASKA che ci hanno raccontato il loro nuovo disco dal titolo "ORSO GIALLO"; ci hanno parlato delle nuove canzoni, dei progetti futuri e molto altro...
Buona lettura
Chi sono i VALLANZASKA secondo i VALLANZASKA?
La cosa a cui teniamo di più, il modo più artistico per divulgare i nostri pensieri con testi e musica. Una famiglia numerosa e varia, persone che si sono scelte tra di loro, insomma, è la Band.
Come definireste la vostra musica? Se doveste dare tre aggettivi alla vostra musica, quali scegliereste?
La nostra musica è metaforica, contaminata a soprattutto è vallanza.
Ascoltando il vostro ultimo lavoro dal titolo ORSO GIALLO, ci si ritrova coinvolti in un vortice di melodie da cui è difficile uscirne. Innanzitutto: Come è nato questo lavoro? Quali sono le idee che sono alla base delle canzoni che lo compongono?
Molte delle canzoni sono nate con chitarra e voce in un periodo particolare, cioè poco dopo la realizzazione del disco precedente (“Thegenerazione”, 2014). E’ un periodo particolare perché si compone per pura voglia di comporre, senza troppo pensare ad un genere in particolare e anche nella ricerca della melodia ci si lascia andare un po’ di più, si dimenticano i limiti e i paletti di una composizione mirata tipica di quando componi un disco. Durante il tour ci abbiamo lavorato. Il tutto ci ha sorpreso e ci è piaciuto, per cui nella pre-produzione finale abbiamo tenuto e sviluppato tutte quelle varietà di generi musicali che ogni canzone richiedeva attraverso la sua naturalezza d’ascolto. Se sei un gruppo ska può essere complicato allontanarsi dal proprio genere preponderante. Allo stesso tempo c’è la voglia di esprimersi musicalmente senza paletti. Ne è venuto fuori un collage non del tutto lontano dallo ska, ma qualcosa di molto diverso dal solito. Ci siamo avventurati nel dub, nel pop, rock, nella disco, nel funk, nel jazz…
Siete attivi dal 1991, avete all’attivo dieci album, diversi tour in giro per l’Italia. Come è cambiata la musica in questi 25 anni? C’è qualcosa a cui eravate affezionati in questi anni e di cui adesso sentite la mancanza? Come è cambiato il vostro pubblico in questi anni?
Il nostro pubblico è abbastanza simile da sempre, lo definirei di universitari, anche come età. Oggi c’è anche una bella componente di ultra 40 che ci seguono dagli esordi. Cresciuti con noi. Spesso con loro ci sono i figli, ci piace molto. La musica in questi 25 anni è cambiata o no? Alcune cose si altre no, a seconda di cosa si intende per musica. Discograficamente è cambiata molto, noi siamo nati nel 1991 e non c’era internet. Come espressione meno male si, deve cambiare ed evolversi. Poi c’è da dire che i generi ritornano, come sta accadendo con i 90th in questo momento. Poi secondo me la musica riflette l’attualità, per cui ogni periodo storico ha la sua musica. Non siamo mai stati affezionati a qualcosa di particolare, anzi ci è sempre piaciuto attraversare tutti questi anni in diretta.
Incarnate un genere divertente, fresco e vivace. Come siete riusciti a traghettare lo ska dagli anni ‘90 ad oggi?
Anche questi tre aggettivi li vedo calzanti per i Vallanzaska, si perché a volte lo ska rischia di essere solo vivace perché viene travisato. Noi abbiamo traghettato lo ska trattandolo sempre come un lievito di pasta madre, curandolo e nutrendolo. E poi cambiandolo, storpiandolo e pure citandolo.
Quali sono i vostri progetti futuri?
Il tour de “L’orso giallo” prima di tutto, da marzo saremo in giro per tutta Italia fino all’autunno. Nel frattempo ci guarderemo attorno e vivremo in furgone, è da lì che partono i primi pensieri per nuove canzoni.
Se doveste consigliare tre band contemporanee, quali scegliereste?
Italiane o straniere? Ska o in generale? Contemporanee nel senso di operanti o nel senso di nuove formazioni? Finto l’inchiostro vi ringraziamo tantissimo.