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Abbiamo intervistato i Death Mantra for Lazarus che hanno da poco pubblicato il loro ultimo lavoro discografico. Ci hanno raccontato il loro universo musicale, i progetti futuri e molto altro.
Buona lettura

 

1.Chi sono i Death Mantra for Lazarus secondo i Death Mantra for Lazarus?
Quattro musicisti uniti in primis dalla passione per la musica ma anche da una forte amicizia decennale.

2.Come mai questo nome?
La nostra musica, specie nei primi lavori, risuona come un mantra … Ipnotiche ripetizioni che scavano nel profondo dell’IO. Così abbiamo voluto giocare sulla storia di Lazzaro, il primo uomo a resuscitare, provando a ribaltare le sue sorti con un “DEATH MANTRA“.

3.Come definireste la vostra musica in tre aggettivi?
Intimista, Graffiante, ipnotica.

4.Ascoltando il nuovo lavoro “Dmfl” ci si ritrova coinvolti in un appassionante viaggio di sette tracce che incuriosiscono, stupiscono ed emozionano l’ascoltatore. Innanzitutto: come nasce “Dmfl”? Quali sono le idee che sono alla base delle canzoni che lo compongono?
“DMFL“ è nato durante il lockdown ed è stato sviluppato e finito nel pieno delle zone gialle arancioni e rosse. Sicuramente quello strano periodo ha influenzato molto lo stato d animo e di conseguenza le composizioni. In tutti i casi il disco nasce da una forte collaborazione fra noi quattro, tantissime idee che si sono incontrate e sono diventate una sola. Tutti noi veniamo da esperienze musicali pregresse ben più “pesanti“ ( passatemi il termine ) come stoner/rock alternative/math/noise ed in questo disco ci siamo solamente dati il paletto di non utilizzare Distorsioni ma di rendere i puliti più impattanti. Siamo molto fieri di questo disco !!!

5. Proponete brani strumentali di matrice post-rock: l’assenza del cantato è una scelta, una necessità, una casualità o altro?
Non direi puramente Post rock, c’è molto altro dentro ma sicuramente è una forte ispirazione. L’assenza del cantato è stata più una risposta ovvia al fatto che non abbiamo mai trovato né cercato un musicista, più che cantante, adatto a quello che vogliamo esprimere. Per assurdo due di noi hanno cantato per diversi anni in altre band.
L’ unica scelta stilistica l’abbiamo trovata nel collaborare con un cantante diverso per ogni album, nel primo lavoro “MU“ Umberto Palazzo del SANTO NIENTE ha prestato la voce e le sue parole per la nostra MARIA CALLAS mentre nel secondo e più recente disco “DMFL“ JESTER AT WORK insieme a “GIULIA FLACCO“ hanno composto il testo e cantato in “LIKE DOLPHINS“.

6.Quali sono i vostri progetti futuri?
Esibirci sempre di più dal vivo e comporre nuove tracce strizzando l’occhio a diverse influenze musicali.

7.Se doveste consigliare tre band contemporanee, quali scegliereste?
Idles, Fontaines D.C., Wu-lu.

8.Ha ancora senso oggi fare musica? Cosa vi spinge a cercare nuovi suoni, nuove traiettorie non ancora esplorate?
Tutto è stato già esplorato ma avere la fortuna e la possibilità di poter esprimere le proprie emozioni sotto forma di note è un privilegio al quale non vogliamo rinunciare.