É uscito venerdì 17 novembre 2023 su tutte le piattaforme digitali il primo disco solista di Marcos, musicista e autore, già noto per il suo ruolo in diverse formazioni (Seven Jay, Laika Vendetta, Hoka Hey). Questo EP dal titolo "Gradi di libertà", è un disco personale, sentito e stratificato di influenze che partono dall'alternative rock, un nuovo capitolo e un nuovo inizio per l'italo brasiliano Marcos Cortellazzo, che nel titolo richiama un concetto di Statistica, intesa come scienza. Il gioco del Tris spiega infatti al meglio i gradi di libertà: ogni casella vuota rappresenta una "libertà" e a mano a mano che viene presa una scelta (X/O), le possibilità per l'avversario si riducono. Nel gioco, chi ci sfida crea dei vincoli tramite le sue scelte, lasciando a noi sempre meno spazio di movimento. Questo accade anche nella vita!
Impossibile lasciarcelo sfuggire, Marcos ha passato del tempo con noi.
1 Che tipo di rapporto hai con gli algoritmi e i numeri? Riesci a fare musica anche senza pensare a questo? E quale spazio potrebbe avere la musica di Marcos nelle playlist editoriali di Spotify?
Passo i momenti creativi ad assecondare la mia musica in base a ciò che vogliono l'algoritmo ed i numeri, ovvio! Ovviamente scherzo. Scrivendo brani da quando avevo circa 12 anni, laddove non era nemmeno stato inventato MySpace, il mio modus operandi è l'osservazione e, di conseguenza, il pensiero che ne deriva. Può darsi che i numeri ispirino un concetto che tradurrò in musica, in questo senso forse si. Penso alla sequenza di Fibonacci ad esempio. Con questo mio progetto solista, mi sono messo in testa di curare di più la parte non strettamente musicale, ovvero la promozione sui vari canali. Quindi, in un certo senso, il numero assume una sua importanza. Direi anzi i dati, per essere più precisi. Lo faccio per i brani: quando qualcuno mi dice che una delle canzoni che ho scritto lo sta aiutando, oppure gli sta facendo pensare a determinate cose della vita, allora capisco che ne vale la pena. È già successo, i pezzi hanno già fatto il loro viaggio verso qualcuno. Le canzoni hanno questo potere, ma a volte sono svuotate per assecondare il profitto, quindi si fa musica per intrattenere, fare leva sullo stomaco della gente e mettere cose nel carrello (citando Caparezza)! Numeri alti e contenuti scarsi. In questo contesto, se l'algoritmo non premia ed hai pochi numeri, non è da disperarsi. Sono su Spotify Artist per necessità, non sono abbonato. Qualsiasi playlist vorrà ospitare i brani andrà benissimo, la musica arriva dove deve. Nel pezzo "Sasso", parlo proprio di determinismo.
2 E che tipo di ascoltatore sei? Playlist o album? Digitale o analogico? Novità discografiche oppure sempre i soliti dischi del cuore?
Sono per il digitale a 44.1khz, ovvero il CD. Ho in casa una collezione di circa quattrocento CD, che compro a cadenza quasi regolare, ogni due o tre mesi. Ti direi album quindi. Inoltre sono per le novità, che puntualmente però non mi colpiscono tanto da diventare dischi del cuore. Se lo fanno, allora, da ascolto YouTube diventano cd nello scaffale.
3 Ci spieghi il concetto dei gradi di libertà che stanno alla base del tuo disco di debutto? In che modo ti rappresenta nella tua quotidianità?
Rappresenta tutti, volendola vedere come lo spiegano in Statistica. Tu hai queste nove caselle libere nel gioco del tris, fai finta che sono nove possibili situazioni che ti si porranno davanti. Nove gradi di libertà, che si ridurranno con le X e le O (vincoli). Un primo vincolo lo metti nella casella dove noti quella cosa che proprio non vuoi affrontare, per paura. Un secondo
lo metti in quella casella che non rispecchia le tue aspirazioni. Un terzo è lì perché il tuo carattere non ti porta a compromessi di alcun genere, sei quadrato, e via dicendo. Il nocciolo della questione è conoscersi. Chi si conosce, saprà mettere nei giusti spazi i vincoli, per ritrovare così un grado di libertà attinente alla sua vera essenza. Scegliere per chi sei, e non per come si deve essere.
4 C’è qualcosa che ti manca del periodo in cui non eri un solista? Come sono cambiate le cose dal punto di vista di composizione e pubblicazione della tua musica oggi che sei da solo?
Il costante confronto mi aiutava, lo scontro produce anche equilibrio. Sono molto critico verso i miei brani e perdo facilmente la bussola. Per uscire con questo disco, ho dovuto tacere la mia parte giudicante scrivendoci un brano apposito, "Giudizio". La composizione è cambiata nel senso che, se prima proponevo idee da sviluppare assieme, ora scrivo bozze, le lascio a "maggese" per qualche settimana o mese, e poi le riprendo, per capire se mi raccontano qualcosa. Ci ritorno da "esterno". Se convincono, saranno brani da registrare nel mio studio, dove faccio tutto per i fatti miei, tranne il mastering finale. A livello testi invece è cambiato tutto. Ho dato spazio alla mia mente di fare uscire quei pensieri che tenevo per me, o di cui parlavo con pochi amici. Ho rispolverato pensieri scritti in note testuali del mio cellulare, facendone concetti per i brani. Sono felice di averlo fatto, ho molto da dire e non lo sapevo.
5 Che poi, sei davvero solo?
Lo siamo tutti, uno dei momenti più importanti della mia vita è stato il periodo in cui mi sono veramente reso conto della condizione di solitudine di noi tutti. Ho un momento preciso, una fotografia in testa di dov'ero quando questa certezza mi colse. Ma non vederla come cosa triste, siamo soli ma connessi, direi piuttosto. Rendersene conto, serve a prendere le redini di te stesso, senza incolpare l'esterno per ciò che ti arriva, che è solamente frutto di
ciò che sei. Ti insegna sempre qualcosa, parla sempre di te, sei sempre te con te stesso nel tuo cervello e nel tuo corpo. Quindi si, sono solo e siamo connessi, chi si accorge di questo inizia a fare passi da gigante.