Esce mercoledì 13 settembre 2023 "Fammi Volare", il nuovo singolo di TWIK, il secondo dopo l'esordio con "Gerhard Kremer." Il duo abruzzese, che sperimenta combinando rock, pop ed elettronica, mette in musica la storia di una convivenza difficile, in cui le basse tolleranze oltrepassano limiti e gesti liberatori prendono forma. All'inizio, "Fammi Volare" sembra una canzone spensierata, ma nasconde una realtà più profonda e triste, che si manifesta nella parte centrale del brano, più cupa e dalle tinte dark. Eravamo curiosi e li abbiamo intervistati.
1. Credete che la pandemia abbia in qualche modo influenzato i meccanismi della discografia? Che cambiamenti avete notato?
Assolutamente! Sicuramente ha accelerato lo sviluppo tecnologico anche nel settore musicale e, combinato con l’impossibilità o grossa difficoltà di vedersi, sono aumentati tantissimo i lavori a distanza e di conseguenza la musica prodotta a casa e in solitudine. (E siamo stati anche noi parte di questo cambiamento, visto che i nostri brani sono nati a distanza sotto pandemia, da continui scambi di file tra Vik e Twelle).
Al contrario però dobbiamo ammettere che almeno nella nostra regione stiamo constatando un aumento delle nuove band post-pandemia che fanno musica propria, come se la voglia di far musica insieme fosse straripata dopo essersi accumulata nel periodo covid.
2. Ci raccontate la vostra storia musicale precedente al progetto Twik?
Ognuno di noi ha fatto parte per anni in diverse band, da interno o da turnista, di inediti o cover. Sicuramente possiamo citare la band The Suricates, che ha unito Vik e Feel ormai 13 anni fa, così come è importante citare gli studi al conservatorio di Pescara, grazie al quale si sono conosciuti Vik, Twelle e Lor.
3. Cosa vi ha portato a scrivere “Gerhard Kremer” (singolo di debutto) e come nasce in genere un brano dei Twik?
Gerhard Kremer è nato da un articolo che paragonava le dimensioni degli stati/continenti nel planisfero attualmente in uso alle loro dimensioni reali. Ci si accorge che gli angoli vengono ingranditi, mentre il centro rimpicciolito. Da lì ci è partito tutto il trip su come questo tipo di proiezioni abbia contribuito a dare al mondo occidentale una percezione errata/sminuita dell’Africa.
Un nostro brano nasce in genere da un’idea di Vik che può partire da un groove di batteria, magari a volte con anche un giro di basso (come nel caso di Gerhard Kremer) o con qualche pad di leggera armonia. La palla spesso passa a Twelle che ci crea sopra delle melodie, ritagliate poi qui e lì insieme. Successivamente si struttura il brano e si lavora insieme sul testo.
Infine Vik completa il tutto con l’arrangiamento degli altri strumenti e le scelte di produzione.
4. Che cosa avete assorbito dai progetti citati tra le vostre influenze, Radiohead, Paramore e Verdena?
Sicuramente la voglia di sperimentare senza aver paura di osare a livello sonoro, ma anche a livello di strutture non convenzionali.
5. Qual è la vostra ambizione massima come Twik?
La minima è di riuscire a vivere di musica e sostenerci con i nostri brani. La massima… tenere un concerto su ogni pianeta del sistema solare! :)