É uscito sabato 27 maggio 2023 su tutte le piattaforme digitali il nuovo disco degli Indastria, dal titolo "Babbeo". Un nuovo e definitivo capitolo per il progetto made in Veneto, che parla del caso umano che è in ognuno di noi, un disco tragicomico con pezzi a volte esplosivi, trainati da un circo di trombe, ritmi in levare e cori sgangherati e a volte più cantautorali, con arrangiamenti che guardano agli anni Settanta.
E noi li abbiamo intervistati per voi, scoprendo cos’è successo dal 2008 ad oggi e come siamo arrivati a “Babbeo”. Ecco com’è andata!
1. Una parte molto importante dei vostri pezzi, è la storia che i vostri pezzi raccontano. Da dove arrivano queste storie?
Le storie arrivano dalla nostra vita di provincia (come per Fagiano), dalla quotidianità spesso poco quotidiana (come per Non Valgo Niente), a volte da improvvisazioni in sala prove (come per Come Mi Vizi), altre volte da singoli pensieri che poi si gonfiano fino a diventare scene quasi da film (come per Ambrogio)
2. E quanto tempo impiega la scrittura dei testi nella vostra fase di composizione? Chi se ne occupa di voi?
I testi sono una parte fondamentale della nostra musica, ma devono sempre essere spontanei per arrivare direttamente al pubblico. Quindi la maggior parte dei testi è scritta di getto, la maggior parte da Mattia, qualcuno da Francesco. Se un testo non fluisce spontaneo, non è un testo Indastria.
3. Iniziate nel 2008, ma le prime pubblicazioni arrivano nel 2012. Come mai? Avete voglia di riassumerci quei primi anni?
I primi anni sono stati anni live. Nelle campagne venete si formavano centinaia di gruppi, si suonava nei garage, a qualche festa paesana, in qualche locale, si faceva pratica insomma. Tutti desideravano “fare il CD”, ma pochi avevano i mezzi e il coraggio. Noi ci abbiamo messo 4 anni per fare esperienza e coraggio, e da “Orso Polare Droga” (2012) a “Babbeo” (2023) si è evoluto il mondo e noi, e di esperienze ne abbiamo fatte di ogni tipo.
4. Avete mai dovuto attuare dei compromessi nel vostro percorso?
Beh, si. Spesso la nostra musica è un compromesso tra i nostri gusti totalmente eterogenei (dal cantautorato italiano al new metal, dal blues al rock ‘60), che però genera un buon mix. Ma soprattutto il compromesso più grande è stato quando ci siamo resi conto che il pubblico live non apprezzava più il muro di suono e la cattiveria di chitarre distorte e abbassate di tono. Dal nostro primo album “I Giorni del Pelo” abbiamo man mano ammorbidito il suono, arricchito e abbellito, fino ad arrivare al sound ballabile e divertente di oggi, con sax e chitarra acustica. Non è stato un cambiamento radicale, ma comunque è stato un compromesso che abbiamo dovuto attuare, e ne siamo felici
5. Cosa bolle in pentola, oggi?
Intanto ci godiamo il Babbeo Tour che durerà tutta l’estate. Poi coi primi freddi ci rinchiuderemo ancora in sala prove per mettere a terra le 4-5 idee che abbiamo in testa, e chissà che per l’anno prossimo non sentiate ancora un nuovo album