Serata carica di emozioni quella di ieri 27 novembre al Locomotiv di Bologna dove i Giardini di Mirò hanno presentato la sonorizzazione del film "Rapsodia Satanica".
Hanno aperto il concerto i Caliste Divine che hanno proposto un post-rock muscolare strumentale che ha aggredito il pubblico e lo ha stordito con i suoi improvvisi cambi di direzione sonora. Tanta quantità unita a una tecnica sopraffina: precisi e travolgenti.
Dopo questo interessante prologo si prepara il palco per i Giardini di miró: la band reggiana si impossessa del palco e si concentra sulla sonorizzazione di Rapsodia Satanica, un'intrigante pellicola del secolo scorso. Sin dalle prime note il pubblico é rapito e si abbandona dolcemente ai ricami sonori del quintetto. Man mano che le immagini si susseguono alle loro spalle, Jukka, Corrado & co offrono un lungo accompagnamento corale dove i riff di chitarra si mescolano ora con atmosfere più soffuse ora con aperture più violente e romanticamente strazianti. I volti dei musicisti sono assorti: ognuno sa cosa deve fare e, di tanto in tanto, si scambiano degli sguardi d'intesa con dei sorrisi distesi e complici. Ogni passaggio del film é coperto da una trama sonora che restituisce l'intensità della rappresentazione cinematografica. L'occhio e l'orecchio godono assieme in un'estasi che solo una certa cura dei suoni e un'elevata capacità compositiva (anche frutto di anni di militanza discografica) sanno dare. Le scene del film scorrono e le note con loro fino alla parola 'fine' quando Jukka annuncia una seconda parte con dei brani tratti dal repertorio.
Canzoni pescate dal recente 'Good luck' (come "Time on time" col suo incedere deciso e coinvolgente) fino ad arrivare all'immancabile ed apprezzatissima "Pet life saver" da 'Rise and fall of academic drifting': emozioni a fior di pelle, dolcezza, un' esecuzione sublime per un brano che cristallizza una delle perle più preziose della band di Cavriago. E poi ancora é la volta dell'esplosiva (e conclusiva) "A new start" con la sua anima deflagrante ed il suo saper catalizzare il crescendo tipico del post rock: il doppio batterista e l'intensità sonora raggiungono l'apice e siglano la chiusura di un concerto esaltante.
Resta sulla pelle una serata magica, dal sapore vivo ed intenso, di una musica pura che sintetizza una bellezza disarmante.
foto di Francesco Fanale
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