"Anche se ho suonato molte volte qui a Milano, la mia Milano, è sempre bello tornarci ed è sempre come la prima volta". Con queste parole Mauro Ermanno Giovanardi dà il benvenuto al suo pubblico che ha affollato lo scorso giovedi 10 maggio la sala concerti in Santeria a Milano.
Quella che l'ex cantante dei Carnival of Fools regala ai tanti fans è una serata di ricordi più o meno sbiaditi, di melodie indimenticabili, di canzoni estrapolate da un'età aurea della musica italiana, di magia suonata e cantata. Tutto lo show è incentrato su "La mia generazione", il quinto album in studio da solista dell'ex voce dei La Crus. Il titolo dell'album è emblematico perchè si prefigge di omaggiare la generazione di cantanti anni '90 con cui Giovanardi ha collaborato negli anni.
L'incipit del live è affidato alla struggente "Annarella" dei CCCP, interpretata dalla voce profonda e suggestiva di Giovanardi. Da qui lo show è una sorpresa nella sorpresa perchè sul palco salgono alcune delle figure più rappresentative del rock nostrano: il primo è Cristiano Godano (leader dei Marlene Kuntz) che regala un bel duetto in "Come ogni volta" dei La Crus. Mentre Godano guadagna il backstage, le note introducono proprio "Lieve" della band cuneese eseguita da Giovanardi con grande intensità e trasporto.
Sul palco salgono poi Rachele Bastreghi dei Baustelle e Mara Redeghieri degli Ustmamo per eseguire una versione coinvolgente e travolgente di "Baby Dull": il pubblico è in visibilio e canta a squarciagola. Si prosegue con un altro brano che ha segnato i favolosi '90: "Lasciati" dei Subsonica cantanata insieme a Rachele. Si passa poi ai Bluvertigo e alla stupenda "Cieli neri"; ad accompagnare Giovanardi c'è Cristina Donà in forma smagliante. La voce soave dell'artista di Rho si fonde a meraviglia con la timbrica dell'artista monzese. I due continuano a condividere il palco con il brano "Huomini" dei Ritmo Tribale.
A seguire, è proprio l'ex voce dei Ritmo Tribale a salire sul palco per interpretare "Non è per sempre", forse il più celebre brano dei milanesi Afterhours: la voce di Stefano "Edda" Rampoldi sa essere dolce e potente, un prelibatezza per le orecchie e per il cuore. Poi Giovanardi regala un poker di brani "in solitaria" che hanno fatto venir fuori il suo carisma da performer, le sue grandi doti vocali e l'abilità con l'armonica: "Cose difficili" dei Casino Royale, "Angelo" dei Prozac+ (non inclusa nel disco) che ha scosso non poco il pubblico, "Corto Maltese" dei Mau Mau, "Nera signora" dei suoi La Crus e la stupenda "Aspettando il Sole" di Neffa. L'ultimo brano del set è "Forma e sostanza" dei CSI: Giovanardi richiama sul palco Godano e danno vita ad una versione ipnoticamente rock di questo brano che ha segnato profondamente la musica rock italiana degli anni '90.
Dopo una breve pausa, la band (Lele Battista: tastiere e programmazioni / Leziero Rescigno: batteria / Marco Cosma Vignera Carusino: chitarre / Alessandro “Gaben” Gabini: basso) sale sul palco ed esegue "Tutti al mare" dei Virginiana Miller (cantata da Lele Battista), "Ho mangiato la mia ragazza de La sintesi (cantata da Alessandro “Gaben” Gabini e Lele Battista), "Eppur non basta" di Marco Parente (cantata da Marco Cosma Vignera).
Poi Giovanardi risale sul palco ed intona una versione delicata di "Rosemary Plexiglass" (non inclusa nel disco) degli Scisma, accompagnandosi anche dal suono sognante dell'armonica. Poi è la volta di un altro brano dei La Crus: "Dentro me". Il pubblico canta e si abbandona alle vibrazioni positive. "Stelle Buone" eseguita con Cristina Donà è la ciliegina rock sulla torta di una serata meravigliosa che si conclude con "Il vino" di Piero Ciampi cantata da tutti gli ospiti sul palco.
È bello concludere con le parole di Mauro Ermanno Giovanardi: "Tornare a suonare a Milano, è sempre eccitante. Non vedevo l'ora. Se poi sei accompagnato da una serie di amici così...può essere solo festa". E così è stato.