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Già anticipato dai singoli "Godi e persevera" e "Abbandonati alle cose", esce la sera di sabato 22 ottobre 2022, il primo disco dei Rosso Marte, un EP dal titolo "Ciao Freud". Il titolo descrive in maniera ironica il distacco dalla psicanalisi classica, perdendosi nei meandri del subconscio umano, vissuto con un viaggio sonoro che prende di petto l’ignoto, affrontandolo e uscendone a testa alta nella maniera più autentica e genuina possibile.

Li abbiamo intervistati, ed ecco com’è andata!

 

• Cosa potete raccontarci del "normalissimo punto di lavoro" dove vi siete conosciuti?

Ciao, grazie per l’intervista. In realtà non si tratta di nulla di emozionante, ma preferiamo mantenere il mistero, così la gente può pensare che siamo agenti speciali o cose del genere. È una grande azienda, gestita molto bene dal punto di vista delle risorse umane, quindi si incontrano molte persone interessanti, la maggior parte delle quali coltiva interessi molto simili ai nostri.

• Questo disco è di fatto l'evoluzione di una jam session infinita. Qual è il vostro metodo compositivo?

Ci piace questa definizione, pensare a una jam session infinita genera goduria nelle nostre menti. È bello pensare che i brani nascano così, significa che c’è alchimia, passione e voglia di suonare per il puro piacere di farlo, lasciare libero il flusso creativo. Di fatto alcune canzoni sono uscite proprio così, magari c’era un'idea abbozzata prima, ma siamo di fatto una band legata al suonare dal vivo. Un metodo vero e proprio non c’è, a volte nasce prima un testo, a volte la musica, a volte entrambe le cose insieme.

• Non avete mai pensato alla partecipazione ad un talent televisivo, o più in piccolo, ad un concorso? 

Assolutamente sì, ci stiamo muovendo in diverse direzioni. Qualche anno fa i talent li avremmo considerati qualcosa di controproducente, ci si affidava alla mercé delle major, forse è ancora in parte così ma le cose sembrano cambiate. Ci sono tante possibilità e la musica alternativa sembra essere più accettata nel mondo televisivo. Per i concorsi il discorso è un po' diverso, sono distaccati dal meccanismo televisivo e ce ne sono di tutti i tipi.

 

• Oltre a questi cinque brani, quelli del vostro EP, quali altri pezzi compongono il vostro album? 

Abbiamo diversi brani nuovi, praticamente dal vivo stiamo presentando due dischi, Ciao Freud e l’embrione del nuovo lavoro che già pianifichiamo di registrare l’anno prossimo. Stiamo prendendo una direzione sonora diversa rispetto al nostro primo lavoro, siamo in piena evoluzione artistica e vogliamo che succeda di album in album. Come diceva Bowie, bisogna mettersi sempre nella situazione più difficile, più scomoda per affrontare un nuovo lavoro, ne gioverà la creatività. Non vogliamo rimanere in una zona di comfort.

• Cosa vi ha fatto decidere di non aggiungere altri elementi al vostro power duo?

Dalle prime prove siamo rimasti colpiti dal sound minimale, grezzo e potente che riuscivamo a tirare fuori, con gli effetti di chitarra e ritmiche complesse di batteria. Inizialmente cercavamo altri elementi, volevamo dei musicisti affini alla nostra visione ma un giorno mentre facevamo le prove ci siamo detti: “affrontiamo questa sfida”. Ora stiamo collaborando costantemente con un terzo elemento, la violinista/cantante Antonella Silletti e sentiamo una forte sinergia in trio, sembra l’elemento che mancava. In generale siamo aperti ai cambiamenti, chissà il futuro prossimo cosa ci riserva.