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Abbiamo contattato gli Aemaet che ci hanno raccontato il loro ultimo disco "Human quasar", le loro canzoni, la loro musica, i loro progetti futuri e molto altro. Buona lettura.

 

phpenpveHAM1. Chi sono gli Aemaet secondo gli Aemaet?
Cristian Suardi : Un’entità musicale in continua evoluzione...siamo partiti dal grunge, poi è subentrata l’influenza della new wave...ora stiamo cercando di spostarci verso territori più elettronici, in questo confidiamo nel continuo rinnovarsi della tecnologia, scoprendo così anche nuovi metodi di composizione e arrangiamento dei brani...la materia si plasma e l’universo si espande...stiamo esplorando...noi stessi siamo curiosi di conoscere questi nuovi orizzonti, di sapere dove approderemo con queste nuove mappe.


2. Come definireste la vostra musica? Se doveste dare tre aggettivi alla vostra musica, quali scegliereste?
Cristian Suardi :La nostra musica è fatta di luci abbaglianti e buio pesto...ci sono parti più legate alla realtà ed altre più connesse al subconscio...per attribuirle tre aggettivi, potremmo definirla introspettiva...sovversiva...e romantica...


3. Cosa rappresenta per voi la musica (la vostra e quella che ascoltate)?
Cristian Suardi : Un’oasi nel deserto...aggrapparsi al gioco dell’arte è un sincero bisogno di dissetarsi nell’arsura imperante della vita quotidiana...per alcuni rappresenta unicamente un passatempo, un piacevole riempitivo...per noi che la facciamo, oltre ad ascoltarla, è una catarsi...dare voce a qualcosa che non si riesce a trattenere, ai fantasmi della coscienza..


4. Ascoltando il vostro nuovo album “Human quasar”, ci si imbatte in un mix di rock, new wave e grunge. Innanzitutto: come mai il titolo “Human quasar”? Come è nato questo disco? Quali sono le idee che sono alla base delle canzoni che lo compongono?
Cristian Ciccone : Il titolo è nato piuttosto casualmente: ne stavamo cercando uno che suonasse figo, ci piaceva il termine quasar – si piuttosto banale direi... poi abbiamo esteso la dualità di base del cd aggiungendo a quell’elemento un altro di forte contrasto, l’uomo appunto. L’uomo e il quasar sono agli antipodi, così come la luce e il buio, la veglia e il sonno. Ecco, potremmo dire che nel disco abbiamo cercato di dar voce alle nostre due anime: una cattiva, l’altra piuttosto inquieta.


5. “Vetus Ordo Seclorum”, “A Boy Called Hermes” e “Slumber” su tutti sono tre brani molto particolari del disco. Ce ne volete parlare?229724 233572913340149 329224 n
Cristian Ciccone : Non è per niente semplice parlare di questi brani, anzi direi che nello spazio a mia disposizione è impossibile. Sebbene “particolare”sia un po’ vago, ti riconosco il fatto di averci preso: in effetti la prima e l’ultima sono pilastri del disco.


6. Quali sono i vostri progetti futuri?
Cristian Suardi : Oltre a proseguire nell’incessante attività live...presto ci rimetteremo all’opera su nuove idee, in vista dei nostri prossimi lavori...in più, quest’estate, parteciperemo ad un tributo ai Beatles.


7. Musicalmente parlando, qual è il vostro sogno nel cassetto?
Cristian Suardi : Visto il genere della nostra proposta musicale, è auspicabile da parte nostra ottenere prima o poi una possibilità di suonare e di farci conoscere anche all’estero...oltre ad essere una soddisfazione personale, sarebbe anche un incentivo a non perdere lungo la strada del tempo la carica per migliorare la qualità del progetto...


8. Se doveste consigliare tre band contemporanee, quali scegliereste?
Cristian Ciccone :   Ottima domanda. Io consiglio tre band, tutte italiane: Fuzz Orchestra, Plasma Expander, In Zaire. I loro ultimi dischi    sono usciti tutti tra dicembre e febbraio e sono imperdibili. Speriamo di poter raggiungere la loro dimensione internazionale un giorno.