Abbiamo contattato i Tomakin che ci hanno raccontato la nascita del loro nuovo disco dal titolo "Epopea di uno qualunque", abbiamo parlato delle loro canzoni, della loro musica, dei loro progetti futuri e molto altro. Buona lettura.
1. Chi sono i Tomakin secondo i Tomakin?
I Tomakin non sono altro che… prossima domanda?
2. Come definireste la vostra musica? Se doveste dare tre aggettivi alla vostra musica, quali scegliereste?
La nostra musica è nervosa, leggera ma psichedelica, ti dà uno schiaffo e poi porge l’altra guancia. Ballabile, a tratti ubriaca, a tratti estremamente lucida.
3. Cosa rappresenta per voi la musica (la vostra e quella che ascoltate)?
La musica è arte, ma non solo. E' immedesimarsi nei testi e nel ritmo. Per noi è divertimento, ma anche uno stile di vita più o meno salutare, è un continuo processo creativo e evolutivo, è sopportarsi a vicenda, è un rischio ed è una cura contro la noia.
4. Ascoltando il vostro nuovo album “Epopea di uno qualunque”, ci si imbatte in un mix di storie appassionanti e piacevoli musiche che catturano l'attenzione dell'ascoltatore. Innanzitutto: come mai il titolo? Come è nato questo disco? Quali sono le idee che sono alla base delle canzoni che lo compongono?
Dopo “Geografia di un momento” abbiamo suonato parecchio e in qualsiasi tipo di situazione: piccoli club, piazze di provincia, concorsi, festival importanti fino ai concerti in Austria e Polonia. Nel frattempo scrivevamo e registravamo appunti in un confronto pressoché continuo, le canzoni sono nate così. Volevamo descrivere ciò che ci sta intorno in modo chiaro e dare un senso a ciò che facciamo, insomma, delimitare il campo e non buttar lì delle canzoni senza un filo conduttore. Il titolo è arrivato mentre lo stavamo concludendo: era il titolo di una canzone ma spiegava bene il senso generale dell'album.
L’Uno qualunque in questione porta con sé la U maiuscola. “Uno” come nome proprio. Le vicende di Uno si svolgono in luoghi differenti, con dettagli sempre nuovi ma con un denominatore comune: il quotidiano viene esagerato e spettacolarizzato come nella commedia all'italiana e il soggetto di ogni canzone arriva a sentirsi protagonista di una vera e propria epopea. I finali lasciano sempre una porta aperta, non sono accusatori e nemmeno pretendono di esserlo. Vorremmo restituire un nostro personale ritratto del contemporaneo, scritto e musicato. Si parla di tic, vizi e atteggiamenti e anche di noi stessi, infatti ci rivediamo nei personaggi del disco, che critichiamo o semplicemente descriviamo, perché sono parti del nostro essere più profondo: ci sentiamo degli Avanguardisti, talvolta siamo Poser ma non siamo ricchi per essere Squali. Potremmo definirci finti artisti come nella canzone “Bluff Art”, dal momento che nessuno ci ha insigniti di questa carica e né tantomeno la società ci riconosce come tali. Poi ci sono gli inoccupati e quelli che mollano tutto perchè credono di poter cambiare qualcosa, le mamme che prima di accompagnare i figli a scuola si spaccano con le slot machines e i vari deliri tecnologici.
5. “Squali”, “Poser” e “Rave” sono tre brani molto particolari del disco. Ce ne volete parlare?
“Squali” è un pezzo cinico e ironico, mira a ridicolizzare con molto affetto un personaggio apparentemente sicuro di sé, cool, snob e figlio di Hugo Boss. “Poser” è un brano per false star Hollywoodiane di provincia che traggono beneficio da apparenze e icone pop, il trionfo del glamour e di Sex & the city. “Rave” è nata di notte giocando con il monotron, un piccolo synth analogico. Potrebbe essere il racconto di una lunga serata che conduce a riflettere su qualcosa di intimo, ma anche un un percorso mentale che può vivere chi ad un rave party non c'è mai stato.
6. Quali sono i vostri progetti futuri?
Suonare tanto, possibilmente anche fuori dall'Italia. Vogliamo continuare a scrivere canzoni, siamo in tanti quindi le idee non mancano.
7. Musicalmente parlando, qual è il vostro sogno nel cassetto?
Registrare un disco agli Hansa Studio di Berlino. Fare un tour in Cina ma soprattutto vivere di musica in questo momento di crisi, discografica e non. Ah! Anche essere invitati a suonare al David Letterman Show!
8. Se doveste consigliare tre band contemporanee, quali scegliereste?
Arcade Fire, Cold War Kids, Foster the people.
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