I Temperature sono una neonata band aretina composta da Giovanni Fontanelli (voce e chitarra), Giacomo Mariani (batteria), e Danilo Giungato (basso) che ha da poco pubblicato il suo esordio sottoforma di ep omonimo. La passionalità del trio emerge dalla sostanza delle quattro canzoni che sprizzano anni '90 da tutti i pori a partire dal sound (le chitarre ed il cantato di "Grace" ad esempio) passando per un attitudine punkrock (come nella travolgente "The hideout") ad arrivare al ritornello della conclusiva "Home". Siamo al cospetto di una band che ha molte frecce al proprio arco; la prima ha disegnato una traiettoria interessante che si è conficcata non troppo distante dai 100 punti.
I Temperature ci hanno concesso un'intervista via mail in cui è stato possibile parlare delle loro canzoni, della band, dei loro gusti musicali, dei loro progetti futuri e molto altro. Buona lettura.
1. Chi sono i Temperature secondo i Temperature?
I Temperature sono: Giovanni Fontanelli (voce/chitarra), Danilo Giungato (Basso), Giacomo Mariani (Batteria). I Temperature sono anche: un gruppo di amici che si vogliono molto bene e amano la musica al pari della mamma.
2. Come definireste la vostra musica? Se doveste dare tre aggettivi alla vostra musica, quali scegliereste?
La nostra musica è sicuramente un connubio di atmosfere scure provenienti più o meno dal punk dei primi anni 90, se dovessimo scegliere tre aggettivi potrebbero essere: atmosferica, decisa, dissonante.
3. Cosa rappresenta per voi la musica (la vostra e quella che ascoltate)?
Gio: Per me la musica ha sempre rappresentato la passione più devastante (nell'accezione positiva del termine) della mia vita, non ho mai avuto dubbi su questo, ho molti interessi che puntualmente sono soggetti a pause riflessive, con la musica è completamente diverso, non ho mai provato fatica o sforzo nel continuare a suonare, è l'unico mezzo espressivo/artistico per il quale provo un vero amore e grazie al quale ho modo di esprimere le parti nascoste di me. La musica mi ha reso una persona libera.
Gia: Rappresenta una buona fetta della mia esistenza. Credo che l'aver ascoltato determinati gruppi e determinati dischi mi abbia cambiato la vita. Mi ha fatto scoprire delle atmosfere che solo la musica può trasmetterti e può farti rivivere anche dopo anni dal primo ascolto. Ho avuto quindi l'istinto di imparare a suonare uno strumento, sia per emulazione di ciò che ascoltavo e ascolto, sia per cercare di creare note che provengano direttamente dalla mia persona.
4. Ascoltando il vostro ep omonimo che sigla il vostro esordio discografico, ci si ritrova coinvolti in un vortice di melodie da cui è difficile uscirne. Innanzitutto: Come è nato questo lavoro? Quali sono le idee che sono alla base delle canzoni che lo compongono?
Gio: Grazie mille per l'apprezzamento! Inizialmente eravamo solo io e Giacomo, volevamo fare questa band (odio la parola “progetto”) minimale e dal suono “dritto”, chitarra e batteria, col passare dei mesi abbiamo tirato su sei pezzi e scritto una manciata di testi, dopo due settimane che le canzoni ci giravano in testa abbiamo deciso di registrare il tutto nella nostra sala prove usando i pochi mezzi che avevamo a disposizione, pochi microfoni, una scheda e un computer, la cosa era partita giusto perchè volevamo risentirci suonare, dopo una settimana abbiamo finito il lavoro e risentito il tutto facendo un giro in macchina... tornati a casa ci siamo detti “però! non è uscito malissimo, potremmo cercare di darlo agli amici..” e così è nato l'e.p. Che ci siamo auto-prodotti. Visto il risultato decente abbiamo deciso di proporre a Danilo che già suona in una band di amici, di unirsi a noi come bassista, la formazione a due si è rivelata troppo riduttiva.
Ogni canzone è stata portata in sala da me e sviluppata con Giacomo, all'inizio cercavamo solo di beccare l'atmosfera giusta, poi piano piano ci siamo poggiati maggiormente su certi giretti e sonorità. Ogni pezzo parla in un certo senso del concetto di “morte e rinascita”, mi interessava descrivere i miei pensieri a riguardo, parlare del fatto che tutto ha un prezzo e che non si può decidere di cambiare positivamente la propria vita senza affrontare i nostri lati peggiori.
5. “Grace” e “Beat the beat” sono due brani molto particolari dell'ep. Ce ne volete parlare?
Gio: Grace, parla appunto di una presa di coscienza riguardo ai cicli esistenziali, ogni momento duro che possiamo attraversare nella vita, può insegnarci qualcosa e aiutarci a vivere meglio, non apprezzeremmo il giorno senza la notte. Beat the Beat è nata una sera d'estate che non avevo sonno, mi girava in testa questo giretto un po' ridondate e mono nota e allora cercando di non farmi linciare dai vicini mi sono messo a strimpellare “in punta di dita”, il testo parla del fatto che la musica è sempre stata la mia ancora salda.
6. Quali sono i vostri progetti futuri?
Gio: Sicuramente scrivere un sacco di musica e suonare in giro. Al momento stiamo scrivendo i nuovi pezzi con Danilo e non vediamo l'ora di farne un paio dal vivo.
Gia: Sarebbe interessante riuscire ad esprimere la nostra forza attraverso la riuscita di un disco che rispecchi in pieno le nostre capacità e dimostri quanto siamo immersi nella nostra musica, senza però tralasciare la parte live che è molto importante.
7. Musicalmente parlando, qual è il vostro sogno nel cassetto?
Gio: A me piacerebbe vivere suonando, c'è qualcuno che suona con impegno e non vorrebbe un cosa così?? Però mi rendo conto che la probabilità sia sempre più bassa di questi tempi. Personalmente mi basta sentirmi un musicista, nel senso, essere soddisfatto delle cose che suono e curarle come un figlio.
Dan: sarebbe bello riuscire a portare in giro la nostra musica. Credo sia un momento proficuo per la musica dal vivo e non dobbiamo perdere l'occasione per farci conoscere.
Gia: Beh, il massimo sarebbe riuscire a vivere esclusivamente di musica, anche economicamente parlando. L'importante comunque è sentirsi realizzati in qualsiasi forma di musica si voglia fare come credo che ricevere degli apprezzamenti sinceri dalle persone che ti ascoltano sia una grossa soddisfazione e gratifichi in pieno un lavoro che poi, per noi è una forte passione.
8. Se doveste consigliare tre band contemporanee, quali scegliereste?
Gio: io vado a caso....mi piacciono troppi artisti, Junip, Dinosaur jr e Rituals (gruppo di vicenza su sons of vesta)
Dan: Ornaments, Amouth (l'altra band in cui suono la chitarra), e i Modern Blossom, gruppo electro-synth wave composto da due amici di Arezzo.
Gia: Vado molto a periodi ma momentaneamente dico Arctic Monkeys (per la capacità che hanno di evolversi e non esssere mai banali) e Mud Stained Boots (altra band in cui suono la drum).