Abbiamo intervistato TONYLAMUERTE che ha da poco pubblicato “Il Tonico Caprone”; ci ha parlato delle nuove canzoni, della sua musica, dei suoi progetti per il futuro, dei suoi gusti musicali e molto altro. Buona lettura.
Chi è TonyLaMuerte secondo TonyLaMuerte?
Alcuni mi definiscono un bluesman moderno, altri un performer, chi mi vuol vedere come cantautore rock chi come un noiser. Diciamo che il mio atteggiamento verso il palco mi espone a giudizi e recensioni a caldo di ogni genere. Credo che la definizione più adatta alla mia dimensione, dopo i tanti litri di sudore persi ad ogni live sia: un martire fisico del rock'n'roll.
Come definireste la vostra musica? Se doveste dare tre aggettivi alla vostra musica, quali scegliereste?
Provocatoria, rumorosa, necessaria.
Cosa rappresenta per voi la musica (la vostra e quella che ascoltate)?
La musica è sempre stata vista da me come una colonna sonora giornaliera. Le azioni e gli eventi della vita sono sempre contornati da un preciso disco che si ascolta in un preciso momento. E così è sempre stato anche per me. Di pari passo a questa considerazione, io amo parlare di necessità fisiologica. Sento di aver bisogno di creare musica e di portare avanti un progetto, perchè tra le tante caratteristiche che posso avere c'è di sicuro quella di voler comunicare qualcosa, a tutti i costi. A Ivolte comunico qualcosa di utile, a volte no. Sicuramente le comunicazioni più efficaci della mia vita sono avvenute grazie alla musica.
Ascoltando “Il Tonico Caprone” ci si ritrova coinvolti in un vortice di melodie da cui è difficile uscirne. Innanzitutto: Come mai questo titolo? Come è nato questo lavoro? Quali sono le idee che sono alla base delle canzoni che lo compongono?
Il caprone è l'aggettivo che io uso per definire i tastardi in negativo, quelli che perseverano nell'essere ottusi. Ma essere caproni, d'altro canto, può anche voler dire sfondare barriere con le proprie corna. In questo mi sento caprone anch'io e quando lo sono posso usare le mie corna per sfondare barriere create dagli altri (caproni). Se poi aggiungiamo a questo mix di concetti il fatto che nell'immaginario oscuro molto spesso compaiono caproni, sento che il quadro è completo. Ho voluto assemblare un disco di canzoni dall'immaginario tetro, ma allo stesso tempo saturo di energia e di voglia di caos. Mi sento legato ad una forma tradizionale, in quanto suonare tenendo il ritmo con i piedi ha origini che credo si perdano nella notte dei tempi, ma ho reimpostato tutto secondo il mio personale concetto di "Canzone blues post nucleare". In poche parole: blues, caos, rumore, oscurità.
Quali sono i vostri progetti futuri?
E chi lo sa? In musica credo non esista più futuro ora come ora.
Musicalmente parlando, qual è il vostro sogno nel cassetto?
Auguro di cuore a me stesso di mantenere lo spirito per creare canzoni fino al giorno della mia morte, indipendentemente dal riscontro di terzi o da legami con etichette.
Se doveste consigliare tre band contemporanee, quali scegliereste?
Senza ombra di dubbio: Alec Empire (frontman di Atari Teenage Riot), The Black Keys e, per l'Italia, Paolo Benvegnù.