Abbiamo contattato gli APONWAO che hanno da poco pubblicato il loro ep dal titolo "FAITH EP". Ci hanno raccontato le loro nuove canzoni, i loro gusti musicali, i loro progetti futuri, i loro sogni e molto altro. Buona lettura.
1. Chi sono gli Aponwao secondo gli Aponwao? Da dove deriva questo nome?
Il nome aponwao deriva da una cascata che stà in Venezuela, un giorno Javier(batterista) se ne uscì con questo nome, che suonò benissimo, ci allegò anche un significato, probabilmente inventato da lui, comunque è rimasto così, ci piace! Per quanto riguarda chi sono gli aponwao facciamo un esempio con dei colori: se io fossi blu e “tu” fossi rosso, il nostro gruppo sarebbe il viola che è il risultato della nostra unione. Sia io che te continuiamo ad essere blu e rosso, ma non possiamo più identificarci con questi colori, perché ora siamo una sola cosa, il viola. Per noi vivere il gruppo significa lasciare che le nostre individualità si fondino in un unico organismo.Detta così sembra qualcosa di mistico, in realtà è un meccanismo naturale.
2.Come definireste la vostra musica? Se doveste dare tre aggettivi alla vostra musica, quali scegliereste?
La nostra musica non la definiamo nostra. Siamo noi ad essere suoi. Appartiene a tutto quello che entra dentro di noi e sceglie di manifestarsi. Spesso nemmeno sappiamo cos’è, succede e basta. A volte arrivano cose ispirate e istintive, altre volte cose più ponderate. In generale cerchiamo di non giudicare quello che arriva, lo suoniamo, se ci prende continuiamo a suonarlo, altrimenti lo lasciamo andare, così come è venuto. Tre aggettivi.. semplice, leggera, morbida. (tipo un buondì, vela ricordate la pubblicità??)
3. Cosa rappresenta per voi la musica (la vostra e quella che ascoltate)?
E’ difficile dire cosa rappresenta per noi la musica, in ogni momento rappresenta qualcosa di diverso, sia quello che suoniamo noi che quello che sentiamo dagli altri. Quindi diciamo che la musica per noi rappresenta un momento nel quale puoi abbandonare ogni resistenza, e lasciarti trasportare.
4. Ascoltando il vostro ultimo lavoro dal titolo FAITH EP , ci si ritrova coinvolti in un vortice di melodie da cui è difficile uscirne. Innanzitutto: Come è nato questo lavoro? Quali sono le idee che sono alla base delle canzoni che lo compongono?
(loris) Dire come è nato è strano, è come se fosse stato incubato a lungo. Io e carlos siamo amici e suoniamo insieme in diversi progetti da diversi anni, ci siamo ritrovati a lavorare insieme in un ristorante tutti i giorni, e per ragioni di distanze e orari abbiamo vissuto un periodo di 8 mesi a casa mia. In questo periodo sono emerse un po’ tutte le cose che fanno parte di un rapporto stretto, stress, attriti. Abbiamo semplicemente deciso di creare uno spazio nella musica in cui poter essere soli pur essendo insieme, un habitat neutrale dove la mente e tutti i suoi problemi non potessero entrare, e dove poter rigenerarci da questi. Abbiamo iniziato a lavorare su queste canzoni in tutti i momenti liberi, praticamente, registrandole di volta in volta sul mio computer con mezzi piuttosto spartani. Nonostante questo ci siamo resi conto che il risultato era qualcosa di profondo e che questa neutralità lasciava le canzoni prendere delle forme molto diverse dalle cose suonate in passato, in quanto non stavamo più di tanto a giudicarne la forma,ci limitavamo a lasciar fluire tutto quello che arrivava. Così è nato il disco. Per quanto riguarda la tematica dietro alle canzoni, è un po’ particolare. Questo disco è la danza che facciamo con la morte. Che è un tema strano. La morte e la nascita sono due cose che tutti abbiamo in comune. Sono due gioielli preziosi,ma uno lo portiamo con noi, l'altro rimane in un cassetto, spesso per paura, o perchè non ci va di guardare negli occhi qualcosa che vediamo lontano.In realtà la morte è più che mai nel nostro percorso di tutti i giorni. A priscindere da quello che crediamo rispetto alla morte del nostro corpo (reincarnazione, vite passate, ecc) dentro ogni morte c'è una trasformazione. Ogni giorno moriamo, muore un pezzo del nostro ego, si trasforma, creiamo qualcos'altro, che poi muore, e si trasforma. la morte è una trasformazione in ogni caso. Ed è qualcosa che non comprende solo la morte del corpo, ma tutte le piccole morti che viviamo ogni giorno, la morte è la massima fioritura di qualcosa. C'è un attimo fra la morte e la trasformazione in cui queste danzano assieme, si fondono, si completano. Questo disco parla di quel momento. non è un viaggio, ma un momento immobile. In cui il tempo non esiste, e l'unico spazio è quello che abbiamo dentro di noi. Morte e nascita non sono due cose che capitano una volta nella vita. Ma sono esperienze che viviamo di giorno in giorno. E come tutte le cose possiamo scegliere di fondere la positività e la negatività di questi due elementi, in un unico elemento neutrale. Un testimone che osserva e lascia fluire senza giudicare quello che vede.
L'ep è un mix di atmosfere morbide con un'elettronica avvolgente, mai troppo aggressiva. Ci sono due pezzi meravigliosi che sintetizzano alla perfezione quanto ho appena affermato: “White rag” e “Faith”. Come siete riusciti a far convivere questi due mondi? Pensate di proseguire su questa scia anche per la realizzazione del vostro prossimo disco?
Grazie davvero, siamo contenti che le canzoni vi siano piaciute. Allora, diciamo che un disco è un po’ come la riunione di diversi elementi, e secondo noi funziona più o meno come per un gruppo(vedi prima risposta). Varie canzoni si incontrano e si crea un colore unico, composto da tante sfumature, quindi coesistere diventa un processo naturale, dal momento in cui ogni canzone del disco racchiude un momento di un periodo piuttosto circoscritto, il procedimento è ancora più facilitato. Riguardo alla scia da seguire non sappiamo, ora non siamo più solamente in due, quindi le cose possono cambiare. Diciamo che l’approccio rimarrà lo stesso, quindi un ascolto profondo di un momento o di una situazione, di quello che racchiude, e la libertà di esprimerlo. Di “lasciarsi suonare” , come dice una persona a noi cara.
5. Quali sono i vostri progetti futuri?
Per ora quello di portare l’ep un po’ in giro, promuoverlo con lo stesso amore con cui è stato realizzato, e questo è difficile, richiede parecchia disciplina e occupa tanto tempo. Poi suonare molto, dal vivo, in sala, stare insieme, divertirci. Ci sono delle canzoni nuove in cantiere, ma per ora non stiamo pensando di registrarle, piuttosto di lavorare su del materiale video.
6. Musicalmente parlando, qual è il vostro sogno nel cassetto?
Quello di tutti i gruppi, suonare al Letterman Show! Scherzo, no bhe c’è anche quello, però già riuscire a suonare a Wembley non sarebbe male, di certo molto più fattibile =P
7. Se doveste consigliare tre band contemporanee, quali scegliereste?
Phonic Culture Club, Theseus Project,Maschere Vuote.
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