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Abbiamo contattato THE SINGERS che hanno da poco pubblicato il loro album omonimo; ci hanno raccontato i nuovi pezzi, la loro musica, i loro progetti futuri, i loro gusti musicali e molto altro. Buona lettura.

 

1461168 587955301252360 8254497 n1. Chi sono i The Singers secondo i The Singers?
The Singers sono 5 amici, 5 personalità differenti eppure complementari, 5 musicisti che insieme, suonando e scrivendo canzoni, hanno trovato la propria dimensione.


2. Come definireste la vostra musica? Se doveste dare tre aggettivi alla vostra musica, quali scegliereste?
È sempre complicato definire la propria musica o comunque lo è per noi perché scriviamo e suoniamo quello che ci viene naturale senza starci troppo a pensare. Ci piace pensare che le nostre canzoni rendano giustizia alle belle melodie, quelle che ti entrano dentro e ti viene da cantarle quando meno te lo aspetti. Ecco, per definire la nostra musica con 3 aggettivi sceglieremmo appassionata, colorata, intensa.


3. Cosa rappresenta per voi la musica (la vostra e quella che ascoltate)?
In una parola, la vita. Respiriamo musica dalla mattina alla sera e quando non stiamo suonando ne stiamo parlando o la stiamo ascoltando. Le melodie di molte nostre canzoni sono nate nei momenti più impensati: appena svegli, a cena, sotto la doccia. Le suggestioni musicali sono imprevedibili, in questo senso, ma cerchiamo di farci trovare sempre pronti. E poi siamo degli ascoltatori seriali di musica, quasi ossessivo-compulsivi: siamo curiosi del passato e delle novità, senza limiti di genere.


4. Ascoltando il vostro ultimo lavoro omonimo, ci si ritrova coinvolti in un vortice di melodie da cui è difficile uscire. Innanzitutto: Come mai la scelta di non dare un titolo in particolare al disco? Come è nato questo lavoro? Quali sono le idee che sono alla base delle canzoni che lo compongono?599561 381945105186715 191032422 n
"The Singers", nasce praticamente già durante la produzione di “The Room Went Black” (2011), il nostro primo lavoro. In particolare, canzoni come "Flowers in Navona" e "Promises We Made" sono state scritte proprio in quel periodo, anche se poi hanno subito diverse revisioni. In ogni caso, il disco, così come il primo, è nato dalla grandissima voglia che abbiamo di far sentire a tutti le nostre cose e la direzione chiara che stava prendendo il nostro sound. Questa volta abbiamo sentito chiaramente che avevamo qualcosa in più da dire e da dare. Meglio ancora, eravamo consapevoli di avere la possibilità di fare un disco il più possibile senza riferimenti, senza etichette, bello (almeno per noi) punto e basta. Ed è per queste ragioni – il sound definito e la rinnovata consapevolezza – che abbiamo chiamato l’album come la band: per dire "questi siamo noi" e “queste sono le nostre canzoni”, per sottolineare di aver fatto il disco che volevamo fare, senza limiti, senza generi, senza riferimenti, per quanto possibile. In questo i Velvet, che ci hanno accompagnato nella produzione dell’album e nella registrazione che si è svolta nel loro CoseComuni Recording Studio vicino Roma, sono stati semplicemente perfetti. Ci hanno seguito e consigliato per il meglio senza mai imporsi: dei musicisti veri che guardiamo con immenso rispetto.


5. Quali sono i vostri progetti futuri?
Suonare, suonare, suonare. Siamo reduci dal bellissimo concerto romano di presentazione del disco e in questi giorni siamo impegnati nella promozione tra interviste e live in radio. Subito dopo, però saranno i concerti a farla da padrone. 


6. Musicalmente parlando, qual è il vostro sogno nel cassetto?
Dobbiamo ammettere che da quando ci siamo immersi in questa avventura abbiamo fatto avverare i sogni che sino ad allora avevamo nel proverbiale cassetto, come suonare in apertura a grandi band come Yuck e Arcane Roots o registrare un album con musicisti affermati come i Velvet.


7. Se doveste consigliare tre band contemporanee, quali scegliereste?
Coldplay, Vampire Weekend e The National.