Abbiamo contattato STEFANO BATTISTELLA che ci ha raccontato il suo nuovo disco dal titolo “Interrato dell'acqua morta”. Abbiamo, inoltre, avuto modo di parlare dei suoi gusti musicali, del suo futuro, dei suoi progetti....buona lettura!
1. Chi è Stefano Battistella secondo Stefano Battistella?
Stefano Battistella
2. Come definiresti la tua musica? Se dovessi dare tre aggettivi alla tua musica, quali sceglieresti?
Ironica, rabbiosa, varia, ogni canzone è diversa dalle altre.
3. Cosa rappresenta per te la musica (la tua e quella che ascolti)?
Un amore e una necessità.
4. Ascoltando il tuo ultimo lavoro dal titolo “Interrato dell'acqua morta”, ci si ritrova coinvolti in un vortice di melodie da cui è difficile uscirne. Innanzitutto: a cosa si riferisce questo titolo? Come è nato questo lavoro? Quali sono le idee che sono alla base delle canzoni che lo compongono?
Il titolo del disco si riferisce al nome di una via di Verona. Una volta di li passava un canale, un secondo ramo dell’Adige, che formava un isolotto nel fiume. Poi, dopo un’alluvione hanno dovuto coprirlo, ed è nato l’interrato. Mi piace come suona.
Il disco è nato un po’ per caso, un po’ per culo. Era da qualche tempo che lavoravo a dei brani, ma per conto mio. Poi ho preso coraggio e sono andato da Gianluca e Cristiano (al Gypsy Studio), avevo 5 pezzi sull’andazzo cantautorale, alcuni più cattivelli di altri, ma tutto sommato l’idea era di fare un disco chitarra-voce, magari con qualche percussione chissà!?
Poi il progetto si è allargato, ha preso forma, abbiamo riarrangiato i brani e nel giro di qualche mese abbiamo registrato il disco.
Per quanto riguarda le idee, non credo che ci sia un vero filo conduttore, è un disco abbastanza libero, anzi forse è proprio questo: la voglia di autodeterminarsi nella musica, ed essere liberi.
5. Nei brani del disco si respira a pieni polmoni il tuo mondo artistico fatto di forti venature rock miscelate, ad esempio, con il jazz, il folk, il pop. Succede quindi che non ci si può non innamorare di brani come “La professione di fede del biscotto savoiardo” o “La sbronza del secolo” (col suo ritmo travolgente) o ancora “Morte nera” o “Mr. Bombardini”. Puoi parlarci nello specifico dei suddetti brani?
“La professione di fede del biscotto savoiardo” è un pezzo ironico, nato da un gioco di parole. Parla del Signore, di amore, di dipendenza e di necessità, il tutto condito con del tiramisù! “La sbronza del secolo” è rabbia, vera. “Morte nera”, è così come la sentite, avevamo solo la grappa stra-dura del nonno di Giovanni, ma ce la siamo bevuta lo stesso con un po’ di liquirizia. “Mr. Bombardini” è un esplosione fuori di sè, alla conquista dello spazio esterno. Ho preso il nome dal personaggio di un libro.
6. Quali sono i tuoi progetti futuri?
Suonare. Produrre. Suonare. Produrre. Suonare. Produrre. Suonare. Produrre. Suonare.
7. Musicalmente parlando, qual è il tuo sogno nel cassetto?
Il mio sogno più grande è anche il più ingenuo, riuscire a mangiare con la mia musica.
8. Se dovessi consigliare tre band contemporanee, quali sceglieresti?
Ce ne sarebbero tantissime, ti dico solo gli ultimi tre che ho ascoltato questa mattina: Bonobo, Beirut e St. Vincent. Anche se a dirla tutta sono settimane che non riesco a smettere di ascoltare l’ultimo dei Queens of The Stone Age.
Guarda il videoclip di “La professione di fede del biscotto savoiardo”