Abbiamo intervistato gli YEAH! MMUTATION che ci hanno raccontato il loro nuovo disco dal titolo “RI(E)VOLUZIONE”; hanno parlato delle loro nuove canzoni, dei loro progetti futuri, delle influenze musicali e molto altro.
Buona lettura!
1. Chi sono gli YEAH! MUTATION secondo gli YEAH! MUTATION?
Gli Yeah! Mutation sono 5 ragazzi che si divertono a fare musica, che ci mettono passione nel farla e che provano a farla bene. Il che significa che facciamo la musica che ci piace, come ci piace. Con la speranza che qualcuno apprezzi, ma non con l'ossessione di piacere a tutti per forza.
2. Come mai questo nome per la vostra band?
Il nome Yeah! Mutation è stato scelto per portarci dietro qualcosa di casa nostra, infatti questa scritta era parte di un murales (di una grande artista, Laurina Paperina) su una parete della sala prove dove abbiamo formato la band.
3. Come definireste la vostra musica? Se doveste dare tre aggettivi alla vostra musica, quali scegliereste?
Eclettica, perché la nostra musica attinge da vari generi senza focalizzarsi su nessuno, ma cercando di mantenere comunque un’identità. Questo è dovuto al fatto che ognuno di noi ascolta musica diversa e porta il suo background nella fase compositiva. Sperimentale: perché ci piace giocare con vari strumenti e sonorità, partendo dal classico con pianoforte e quartetto d’archi, passando per il rock con chitarre distorte e riff potenti, arrivando all’elettronica con synth e sequencer, talvolta mescolando il tutto. Teatrale: perché questo disco è cresciuto per il teatro e nel teatro trova la sua espressione massima, ma anche perché spesso le musiche e i testi si presentano a volte volontariamente, altre no, in toni molto epici e, appunto, teatrali.
4. Ascoltando il vostro ultimo lavoro dal titolo “RI(E)VOLUZIONE”, ci si ritrova coinvolti in un vortice di melodie da cui è difficile uscirne. Innanzitutto: Come è nato questo lavoro? Quali sono le idee che sono alla base delle canzoni che lo compongono? Potete parlarci come mai avete scelto quella bellissima copertina?
Abbiamo iniziato a lavorare a questa idea fin dai primi giorni della band, ovviamente il progetto ha subito negli anni un’evoluzione significativa, ma sempre rimanendo fedele al tema originale. Siamo cresciuti musicalmente ammirando le grandi opere rock, come “The Wall" giusto per citarne una, e l'idea del concept album ci ha da sempre intrigato come sfida e stimolato come progetto. Questa passione, unita alla passione per le opere di Orwell, Huxley e Bradbury ci hanno dato lo spunto per la stesura dei testi e delle musiche con l'ulteriore sfida di cercare modi non banali di parlare di temi già sviscerati da parecchi artisti e leggende del rock. Con queste premesse l'idea della copertina è stata automatica, un concept che parla di una rivoluzione non poteva che scegliere un simbolo della rivoluzione per eccellenza. La matita di Daniele Orlandini, fumettista Marvel, ha fatto il resto, creando una versione irriverente e dissacrante del celeberrimo dipinto di Delacroix “La libertà che guida il popolo”.
5. Quali sono i vostri progetti futuri?
Al momento stiamo lavorando per variare e sviluppare lo spettacolo live e, parallelamente, iniziando a buttare giù qualche idea nuova, visto che la lavorazione di questo disco ha richiesto più di tre anni, è meglio cominciare per tempo!
6. Musicalmente parlando, qual è il vostro sogno nel cassetto?
Negli ultimi due anni abbiamo già realizzato tante cose che prima erano sogni nel cassetto, per cui già continuare così sarebbe fantastico. Avendo una lampada magica con un solo desiderio credo che oggi sceglieremmo di poter suonare in un grande festival italiano, magari in apertura a qualche storica band internazionale.
7. Se doveste consigliare tre band contemporanee, quali scegliereste?
Potremmo citare tante band “Mainstream” che ci piacciono, ma non hanno bisogno certo della nostra raccomandazione per essere ascoltate. Per cui scegliamo tre nomi “Indie”: Ofeliadorme, Setti e Wolther Goes Stranger.