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É uscito venerdì 27 gennaio 2023 il nuovo singolo di Casx dal titolo "Lost in translation", in distribuzione Stage One. Prosegue il progetto solista dell'alter ego musicale di Arianna Puccio (founder di Studio Cemento), di recente anche sulla copertina della playlist di Spotify Rock Italia. Tra influenze dark e alternative, Casx ci presenta una nuova favola urbana, un piccolo manifesto in difesa dell'ecosistema degli hotel e del mondo notturno che vive delle voci nei corridoi, dei programmi televisivi della stanza accanto e del clichè di svuotare un mini bar…

Abbiamo parlato di rappresentazione femminile nella scena musicale, rock e non, dei Maneskin e, inevitabilmente, anche di alberghi.

 

1. Nella scena rock (indipendente e non) notiamo che ci sono davvero pochi nomi femminili, basta dare un’occhiata alla playlist Rock Italia. Noti che è più difficile emergere, o può essere anche solo un caso?

Credo che in generale per le donne sia complicato fare musica, un po’ perché si cerca di risolvere il problema creando situazioni non realmente inclusive, un po’ perché siamo spesso considerate prima per la bellezza e poi per la qualità. Una delle prime cose che ho notato di Rock Italia è appunto la quasi totale assenza di donne, per questo per me essere inserita con due brani in questa playlist e aver preso la copertina è stato molto importante. Quando ho dato vita a CASX non avevo grandi obiettivi in testa, l’unica cosa che volevo era provare a portare suoni spesso usati da uomini in un contesto nuovo e femminile e dare modo ad altre ragazze di dire “chi se ne frega se è difficile, facciamolo”.

2. I Maneskin possono avere avuto un ruolo sul ritorno delle chitarre elettriche e sull’attenzione, sempre maggiore anche sugli store digitali, di sonorità meno urban e più rock?

I Maneskin hanno e hanno avuto un ruolo fondamentale per la musica italiana. Credo che nessuno a parte Bocelli abbia mai raggiunto davvero tutto il mondo con la musica italiana. Gusti personali a parte, i Maneskin piacciono e hanno successo perché rispondono a tantissime richieste di mercato: belli, bravi, gender fluid, performers, sovversivi, parlano inglese perfettamente, fanno un genere vecchio ma non troppo e comprensibile a mia madre, mia nonna e a tutto il mondo. Non credo siano loro ad avere avuto un ruolo sul ritorno del rock, quanto più siano diventati così famosi perché il rock stava già ripopolando le classifiche mondiali con artisti stranieri.

3. Nei tuoi brani ci sono spesso riferimenti a film degli anni Novanta e Duemila. Ci racconti qualcosa in più sui titoli con i quali sei cresciuta e che ti hanno segnato?

I pezzi che sono usciti e quelli che usciranno faranno tutti parte di un disco che ha come riferimenti principali i film che hanno segnato la mia infanzia o più nello specifico le sensazioni che hanno segnato la mia adolescenza. Già il mio nome d’arte è un riferimento a Casper, The Friendly Ghost, film e serie animata di cui non potrei fare a meno. Ho cercato di raccontare le mie emozioni attraverso film, serie tv, cartoni animati perché io sono così nella vita, non è un caso che sono laureata in filmmaking ahah. I riferimenti più evidenti che potrete trovare nelle canzoni sono: Casper, qualsiasi cosa di Tim Burton, Lost In Translation, Eternal Sunshine of The Spotless Mind, Trainspotting, la filmografia di David Lynch e il prossimo avrà un riferimento palese a Requiem For A Dream. Cerco di raccontare i miei interessi in merito anche sui miei social, soprattutto la mia passione smodata i vecchi film horror.

4. E di cosa parla “Lost In Translation”, il tuo ultimo singolo?
Lost In Translation fa chiaramente riferimento al film di Sofia Coppola. L’ho scritto in un hotel a NewYork tanto tempo fa. Se lo si ascolta con un ascolto superficiale parla di uno dei miei passatempi preferiti: immaginarmi le vite delle persone nelle stanze accanto in hotel. È un ecosistema che mi ha sempre messo calma, ombre sotto le porte, voci nei corridoi, origliare i programmi televisivi della stanza accanto. Più nello specifico però è un pezzo sulla mia incessante voglia di viaggiare per evadere della vita vera. Quando tutto va male se riesco prendo un aereo e parto da sola perché viaggiare mi apre la testa, il problema è tornare a casa di solito perché sono una persona che tende a nascondersi in stanze fisiche e mentali.

5. Com’è iniziato il tuo 2023?

Bene, ho appena fatto il mio primissimo live ed è stata un emozione unica. Sto scrivendo tanta musica nuova, mi sto mettendo in gioco, e ho scoperto che mettermi a nudo non è sempre così spaventoso.