L’album esce a 5 anni di distanza dal disco d’esordio (Vol.1 - Che Gli Dei ti Proteggano) e fin dal titolo si riallaccia al Cinema Storico/Mitologico italiano con l’intento di evocarne l’immaginario e rendere omaggio alla sua forza visionaria ed ispiratrice. Come per il primo disco tutti i brani sono composizioni originali in bilico tra la musica classica, la colonna sonora e il rock più muscolare e ancora una volta tutte le composizioni sono di Alessandro Grazian che di Torso Virile Colossale è ideatore e fondatore.
Mondo Peplum è una sorta di Atlante del vecchio mondo ma è anche molto di più, come sanno raccontare oltre ai titoli dei brani anche le illustrazioni realizzate personalmente da Alessandro Grazian e presenti nell’artwork. Un album pieno di musica, invenzioni e ospiti prestigiosi come Rachele Bastreghi che canta in Estasi a Tor Caldara, Mario Arcari e Sebastiano De Gennaro.
1. Milano è ancora una città adatta ad accogliere progetti musicali da scoprire e da capire? Torso Virile Colossale si può ascoltare e fruire anche senza aver ricevuto il “contesto” giusto?
Riguardo Milano penso che sì, rimane una sorta di grande vetrina accogliente. Io in città sono sempre in giro per concerti e tutto ciò che mi incuriosisce prima o poi riesco a vederlo dal vivo perché tutti passano di qui. Per quello che riguarda Torso Virile Colossale posso dire che la cornice giusta come un Museo, un sito Archeologico o un Cinema è un valore aggiunto che valorizza il contenuto della proposta ma il concerto funziona benissimo anche nei club. A suo modo Torso Virile Colossale è un progetto sia di nicchia che popolare perciò riesce a rapportarsi bene a svariati contesti. Inoltre ogni spettacolo che facciamo viene ‘contestualizzato’ sempre da me prima del concerto che con microfono alla mano mi metto a raccontare per sommi capi la storia del Cinema Peplum al pubblico per creare una sorta di guida all’ascolto.
2. Quanto tempo ti prende la scrittura di un disco come “Mondo Peplum”? Riesci a conciliare più progetti contemporaneamente?
La scrittura di un album come ‘Mondo Peplum’ prende ovviamente molto tempo. Ogni pezzo è stato scritto e sviluppato nei minimi dettagli già prima di entrare in studio. C’è voluto molto tempo anche perché oltre a scrivere tutte le musiche e a curare tutte le orchestrazioni mi sono occupato anche di sviluppare man mano il concept attraverso ricerche su libri e film; se poi aggiungiamo che curo anche le illustrazioni e le grafiche si capisce che il lavoro non è poco. Mi sento di dire che Torso Virile Colossale sa essere totalizzante ma sto imparando a far convivere più progetti insieme.
3. E riesci a riadattare facilmente il tutto rispetto alle formazioni disponibili quando devi portare “Mondo Peplum” in live?
Sì, mi sembra che abbiamo trovato una formula live che sa essere esaustiva. Le prime date del nuovo concerto le abbiamo fatte in 5. Io alla chitarra elettrica, Nicola Manzan al violino, Luciano Macchia al Trombone, Davide Andreoni all’organo ed Emanuele Alosi alle percussioni. Di fatto tutti i temi, i timbri e le pulsazioni ritmiche vengono restituite da noi 5 perciò per quanto semplificato il progetto live ha totale continuità con quello registrato. Lo spettatore del concerto riconosce tutta l’estetica del repertorio e non sente vere mancanze.
4. L’aprirsi a musei, siti archeologici o simili, ti consente anche di rivolgerti a posti che di solito non considerano la musica nella loro programmazione? Ti occupi anche della parte di booking?
Sì, me ne occupo io fin dal primissimo concerto di 5 anni fa. Diciamo che è un lavoro impegnativo pure organizzare i concerti ma un progetto come Torso Virile Colossale è così atipico che ha bisogno di un po’ di tempo per essere inquadrato anche da chi si occupa di live. La cosa fantastica è che sono riuscito a portarlo anche in parchi archeologici, cortili di musei, uliveti tra ville romane, terrazze di palazzi antichi: tutti luoghi che solitamente non ospitano musica, soprattutto musica apparentemente così poco rassicurante (non dimentichiamoci che abbiamo dei brani che sono davvero ‘potenti’ come impatto sonoro). Devo ringraziare anche i responsabili delle location esclusive che c’hanno ospitato perché si sono dimostrati dei visionari accoglienti e temerari visto che a volte sono stati proprio loro a cercare Torso Virile Colossale per invitarci a suonare.
5. Dicevi da qualche parte che non hai fatto il liceo classico e che anzi, il tuo percorso scolastico è stato abbastanza singhiozzante. Come ti sei documentato e come hai approfondito tutto ciò che riguarda il mondo classico e ciò che è la base di Torso Virile Colossale?
Più che singhiozzante è stato spesso poco stimolante e penso che non dovrebbe mai essere così. Per quello che riguarda il Liceo non ho fatto il Classico ma l’Artistico che comunque una mano ad appassionarmi all’antichità ovviamente me l’ha data. A dirla tutta però a forgiare la mia passione per la Storia è stata la mia curiosità innata, coltivata visitando decine di musei, siti archeologici e città d’arte.
Dopo aver compiuto 30 anni e avere fatto altro per una vita ho deciso di approfondire il Cinema Peplum un po’ per curiosità e un po’ per gioco e da lì mi si è aperto un mondo. Ho visto decine e decine di film, letto tutti i possibili libri sull’argomento e formalizzato le mie conoscenze ed a un certo punto ho organizzato il mio ‘sapere’ realizzando anche una trasmissione radiofonica dedicata al genere. Dobbiamo tutti tantissimo al Cinema Peplum, molto più di quanto immaginiamo.