Fuori da giovedì 24 novembre 2022 One More il nuovo EP della Black Out Band, registrato e prodotto da Christopher Bacco di Studio 2. A distanza di tre anni dall'ultimo disco e dopo un'attenta ricerca musicale, la band ci regala una raccolta di quattro tracce provenienti da universi sonori diversi ma strettamente interconnessi.
Presentatevi con i tre aggettivi che meglio vi descrivono.
La Black Out band è:
Malinconica: pensiamo sia uno dei nostri tratti distintivi che caratterizzano i testi e il timbro sonoro;
Onirica: spesso creiamo atmosfere evanescenti e oniriche nei nostri brani, che poi però ci divertiamo ad appesantire con toni più aggressivi ed energici che affiancano alla malinconia dei sentimenti di rabbia, che ci portano all’ultimo aggettivo;
Graffianti: è la nostra vena rock, quella delle chitarre distorte, dell’organo hammond che urla; è quella parte di rabbia, protesta e dolore che abbiamo bisogno di esprimere in tutta la sua autenticità, senza compromessi.
Come nascono i vostri progetti musicali? Studiate tutto a tavolino oppure vi lasciate completamente guidare dall’ispirazione?
Solitamente Edoardo arriva in sala prove con un testo e delle musiche già scritte e ben definite che vengono poi rimaneggiate da tutti noi delle volte anche snaturando completamente l’idea iniziale del brano. Direi che tocchiamo entrambe le modalità, si parte da una scrittura a tavolino e poi quella scrittura spesso si evolve semplicemente suonando e lasciandoci trasportare.
Cosa c’è nella vostra vita oltre alla musica?
Ci piace guardare film, serie tv e lasciarci ispirare dalle storie che vediamo. Ci piace giocare a biliardo insieme con un buon bicchiere di whiskey, oltre che confidarci sulle questioni importanti che riguardano le nostre vite. Infine, lavoriamo e studiamo.
Qual è secondo voi il pezzo più bello della storia della musica e perché?
Toccata e fuga in Re minore di J. S. Bach. Un pezzo che raggiunge livelli sovrumani di perfezione e in cui ritroviamo sempre ispirazione e idee armoniche da applicare ai nostri brani, ovviamente a modo nostro.
Qual è la vostra più grande ambizione?
Riuscire a raggiungere le persone nella loro sfera più intima e interiore con la nostra musica. Non è questione di successo o fama: si tratta della ricerca della sensazione più bella che la musica può dare, ovvero sapere che la propria musica emoziona, fa divertire, fa piangere, ridere e sorridere altre persone. Questo è il dono che vorremmo fare a chi ci ascolta.