Dal 3 dicembre è disponibile in rotazione radiofonica “La Stagione”, nuovo brano di Giacomo Luridiana presente su tutte le piattaforme di streaming dal 30 novembre.
“La Stagione” è una canzone che parla dell’inevitabile successione dei periodi, così nel mondo esterno come nel nostro universo interiore. Con questo nuovo pezzo, Giacomo Luridiana riflette su come a volte sia impossibile evitare di esperire certe sensazioni, perché emozioni, sentimenti e relazioni hanno una vita e una morte proprio come le persone.
Ecco cosa ci ha raccontato a riguardo:
- Com'è la tua percezione della musica e del mercato all'estero?
Fin da piccolo ho ascoltato più musica inglese e americana che italiana, non per snobismo, semplicemente per abitudine. Nonostante questo, conosco meglio il mercato italiano. Una differenza che potrei individuare è forse un maggior radicamento culturale della tradizione delle etichette indipendenti in Italia, dove si sono sviluppate generalmente prima che in altri paesi. Di contro, ho sempre pensato che sia un peccato che il metal e i suoi derivati siano, a livello mainstream, quasi un monopolio anglofono. Una cosa che apprezzo del mercato inglese è la diffusione di molte piccole realtà come radio o studi di registrazione che lavorano per allargarsi in vari ambiti dell’industria come l’editoria, la discografia o il booking e creare delle realtà indipendenti “tridimensionali” che funzionino come vere e proprie fucine musicali offrendo ad artisti e produttori la possibilità di sviluppare un progetto a tutto tondo senza dover fare equilibrismi tra i vari ambiti dei quali nel mercato di oggi bisogna necessariamente occuparsi.
- Come mai passi dall'italiano all'inglese e poi di nuovo all'italiano nei tuoi brani?
L’inglese è un’eredità dell’abitudine di ascoltare artisti inglesi e americani. Con l’ispirazione che mi ha dato Springsteen è venuto naturalmente un istinto a scrivere nella lingua dei pezzi che mi stavano spingendo a voler fare il cantautore. Da anni scrivo più in italiano perché sento di essere più libero di “modellare” le parole nella mia lingua madre, ma continuo a scrivere alcuni pezzi in inglese, magari traducendoli in italiano in un secondo momento.
- A chi dedicheresti "La Stagione", il tuo nuovo singolo?
A chiunque senta di essere in un momento di transizione, chiunque senta i propri sentimenti ed umori cambiare entrando in una nuova fase della propria vita.
- Come mai stai pubblicando solo ora brani che hai scritto anni fa?
Alcuni brani li accantono per anni perché non mi convincono, ma poi magari cambio idea e li rispolvero. A volte suonare e risuonare le stesse canzoni ingigantisce i loro limiti e fa sparire le loro qualità alle orecchie di chi le ha scritte, così alla fine sembra che non valga la pena di pubblicarle quando invece magari hanno solo bisogno di due o tre aggiustamenti.
- Che rapporto hai con i singoli "vecchi"? Li senti ancora attuali?
Gli voglio bene e li sento ancora molto attuali, sono una sorta di filo che mi connette con il me di anni fa. Come in tutti i percorsi non sarei dove sono ora se non avessi vissuto quel che ho vissuto prima, in questo senso parlano del passato come del presente e del futuro.