Esce venerdì 26 novembre 2021 l'album di debutto omonimo di Anna e L'Appartamento (fuori per pequod). Un disco che svela, racchiude e racconta le persone e i sentimenti quotidiani della cantautrice: un'autobiografia sfacciatamente pop dedicata a tutti i sognatori e ultimi romantici racchiusi nei propri appartamenti. Un disco che Anna descrive così: una versione in paillettes e synth della vita di tutti i giorni. Da vero disco pop, da cantare sotto la doccia.
Abbiamo deciso di incontrarla per porle qualche domanda.
1. Come mai “Anna e L’Appartamento”?
Anna e l’Appartamento perché Anna è diminutivo di Anastasia, perché è un nome cantato nella canzone italiana (cosicché Anna, per me, può essere chiunque) e perché sono in fissa con i palindromi. L’Appartamento, invece, è la mia testa è tutto il casino che ci succede dentro.
2. Il tuo debut, lo consideri un album triste? Rispecchia ancora il periodo della tua vita che descrivi?
No non considero il mio debut album un album triste. Lo considero piuttosto un album arrabbiato e a tratti esagerato nei modi anche nel suo essere sfacciatamente pop. Rappresenta ancora una parte della mia vita, anche se chiaramente un disco - e ancora più una canzone - è la fotografia di un momento e alcuni brani sono stati scritti nel 2013. Credo che però una canzone se narrata con una buona dose di sincerità, per quanto cambino le circostanze e per quanto si cambi noi, resterà sempre aderente a sè stessi.
3. Come nasce la tua collaborazione pequod?
Io e Francesco Ceriani (uno dei due elementi del team di pequod), abbiamo studiato musica insieme, ci siamo diplomati insieme e siamo amici da dieci anni ormai. È la prima persona ad aver sentito i pezzi di Anna e penso che la nostra collaborazione fosse il naturale sfociare dei tanti percorsi musicali condivisi insieme. Enrico Bellaro invece, che anche conoscevo già, è diventato parte integrante del progetto proprio perché lavorava già con Francesco come team di produzione Pequod. E anche con lui, ci siamo capiti subito, quando le cose girano bene ce ne si accorge presto.
4. Come ti sei avvicinata alla musica? Hai mai dubbi a riguardo?
Posso dare la classica risposta “faccio musica da quando ero bambina?”. È che è proprio così. Consumavo dischi, cantavo in continuazione, trascrivevo le melodie che mi piacevano al piano. Poi ho iniziato a studiare violino e poi mano a mano tutto il resto. La prima band pop punk alle superiori, un progetto alt rock in italiano, il musical, il diploma in popular music e poi, eccoci qui. Se me ne pento ogni tanto? Mi sono laureata in giurisprudenza ma ho rinnegato la mia laurea e guardandomi indietro se penso al mio percorso personale e lavorativo posso dire che alla fine sono comunque sempre scappata verso la musica, è più forte di me.
5. Hai dato un’occhiata ai nomi di Sanremo quest’anno? Su chi scommetterai?
Diciamo che più che scommetterci faccio un tifo sfegatato per LRDL e Truppi.