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Abbiamo intervistato VIC PETRELLA, interessante artista foggiano che ha pubblicato il suo nuovo disco dal titolo "SPERIMENTALIST". Ci ha parlato delle nuove canzoni, dei progetti futuri e molto altro..
Buona lettura.

1. Chi è VIC PETRELLA secondo VIC PETRELLA?
Direi un artista, un compositore. Sono una persona che ama l’arte in tutte le sue forme ed ha delle cose da dire. La musica è il mio veicolo prediletto.

2. Come definiresti la tua musica in tre aggettivi?
Sperimentale, laconica, criptica.

3. Ascoltando il tuo nuovo lavoro “SPERIMENTALIST” ci si ritrova coinvolti in un vortice di melodie da cui è difficile uscirne. Innanzitutto: Come è nato questo lavoro? Quali sono le idee che sono alla base delle canzoni che lo compongono?
L’idea di cominciare questo percorso da solista nasce dalla voglia di sperimentare in maniera personale delle sonorità totalmente nuove. L’obiettivo è di unire sonorità vicine al post-rock con elementi elettronici, sinfonici ed ambient al fine di creare delle atmosfere sognanti ed a tratti psichedeliche. Inoltre, da un punto di vista canoro, ho voluto unire parti cantate nei ritornelli con strofe narrate/recitate creando una sorta di poesia ermetica.

4. Secondo te oggi a cosa serve sperimentare nella musica?
Serve ad innovare i generi. Bisogna uscire dalla zona di confort che ogni gruppo e genere cerca di ritagliarsi, spesso anche a fatica. È necessario perché se un genere non si innova, muore. Il rock ha estremamente bisogno di novità, non per essere al passo coi tempi, ma per trarre nuova linfa che gli permetta di continuare a vivere.

5. Puoi parlarci della copertina del tuo nuovo lavoro?
Certo, è un lavoro da me ben pensato. Raffigura un volto femminile, nella mia idea, madre Terra e quindi la natura, da cui si inerpicano rami di un albero e foglie ad indicare il ciclo della vita. Il volto è posto in orizzontale, a simboleggiare il terreno, fonte di nutrimento per tutte le cose. Il tutto presenta sullo sfondo una luna ben visibile, avvolta da nubi che rendono più misterioso e tetro il disegno, in contrasto ai colori vividi delle fronde degli alberi. Penso che questo contrasto di tratti e di colori sia perfettamente in linea con la musica presente nel disco. Volendo, la copertina può anche essere girata; in tal modo risultano più visibili i lineamenti del viso e le fronde si districano come capelli.

6. Sei un artista foggiano: escludendo il periodo difficile che stiamo vivendo tutti a causa della pandemia, la tua terra natìa ti ha più dato o ti ha più tolto?
Difficile rispondere a questa domanda. Certamente uno dei motivi per cui ho iniziato a fare il solista è legato alla mancanza di musicisti intenti a fare qualcosa che andasse oltre il solito “cazzeggio” da sala prove,ma d’altro canto oggi non starei qui a parlare del mio disco. Sicuramente non penso di aver ricevuto il supporto che ogni artista dovrebbe avere dalla sua area di provenienza, ma va bene così. Se ce la farò sarà per le mie capacità ed il lavoro svolto. Inoltre io ora vivo momentaneamente a Padova per motivi universitari, quindi non pretendo assolutamente nulla. Di certo le porte ad eventi di ogni genere nella zona di Foggia avranno certamente la priorità per quanto mi riguarda, a prescindere dal supporto. Comunque questa è un’esperienza che mi ha fatto capire anche quanti dei miei amici e conoscenti siano realmente interessati a ciò che faccio, devo dire di essere rimasto stupito.

7. Quali sono i tuoi progetti futuri?
Mi piacerebbe portare “Sperimentalist” dal vivo non appena sarà possibile, calcare il palco e sentire sulla pelle le impressioni della gente. Poi vorrei iniziare a lavorare ad un nuovo album, possibilmente un full length dove affinare ulteriormente il mio sound.

 

8. Se dovessi consigliare tre band contemporanee, quali sceglieresti?
Sicuramente gli Ison, un duo svedese di musica sperimentale tra l’ambient e l’elettronico, tanto bravi da essere riusciti a collaborare con Neige degli Alcest. Poi direi un nome ormai già ben noto agli amanti del rock, ossia i Royal Blood. Faranno strada. Infine, mi permetto di citare una delle mie più grandi influenze: Plini. Un artista australiano eccellente dedito ad un progressive rock molto moderno ed attuale.