1. Chi sono i SATOYAMA secondo i SATOYAMA?
Quattro amici seduti in riva ad un lago con accanto alcuni personaggi spesse volte immaginari: un viandante pluricentenario, una bambina con una maschera bianca sul volto, un orso bianco con una canna da pesca in attesa di storie da prendere all'amo. Una musica per raccontare le loro storie. Caffè nero bollente e the verde sono inclusi nel viaggio...
2. Come mai questo nome per il vostro progetto?
In Giappone c'è una foresta. Nella foresta c'è una casa. Dentro la casa abita un vecchio saggio. Un pennello, una boccia d'acqua come unico colore e una parete di pietra come tela. Tramanda i segreti di un equilibrio millenario; Satoyama, la simbiosi perfetta tra uomo e natura.
3. Come definireste la vostra musica in tre aggettivi?
In(clusiva) una (onirica) for(micolante)esta.
4. Ascoltando il vostro ultimo lavoro dal titolo “MAGIC FOREST”, ci si ritrova coinvolti in un vortice di melodie da cui è difficile uscirne. Innanzitutto: Come mai questo titolo? Come è nato questo lavoro? Quali sono le idee che sono alla base delle canzoni che lo compongono?
...lo specchio dell'acqua a volte riflette l'immagine di noi stessi, altre volte mostra storie che necessitano di essere raccontate. Si narra che queste storie trovino linfa e lieto fine all'interno della foresta magica. Uno sguardo tra loro è bastato per convincerli ad addentrarsi.
5. Quali sono i vostri progetti futuri?
Ora che abbiamo distillato l'essenza di questi racconti all'interno di piccole ampolle di coccio siamo pronti pronti ad inebriare l'aria di luoghi lontani e narici curiose.
6. Se doveste consigliare tre band contemporanee, quali scegliereste?
Bon Iver, E.S.T, The Magic Lantern.