Abbiamo contattato i Silvereight, interessante progetto che fonde pop ed elettronica e molto altro. Ne abbiamo parlato con Federico Silvi che ci ha raccontato come nascono i brani, i suoi gusti musicali, i progetti futuri e altro ancora.
Buona lettura.
-Chi è Silvereight secondo Silvereight?
Silvereight è il condensatore di idee del mio progetto solista. Mi chiamo Federico Silvi (The Jackie-O's Farm e Radiotower) e suono la chitarra componendo da sempre. Compongo registrando e accumulando materiale in casa, e successivamente lavoro in team con Andrea Pachetti, fidato collaboratore ai sinth e alla drum machine.
-Da dove deriva il nome della band?
Il nome è un gioco di parole legato al mio nome Silver=Silvi ed Eight=8 (otto lettere come Federico).
-Come si è formata la band?
Il gruppo si è formato nel 2012, io ed Andrea gia' insieme nei New Noise prima (cover band dei Refused) e nei Radiotower (a breve un disco in uscita) abbiamo deciso di collaborare anche nello sviluppo dei miei pezzi.
-È da poco uscito il vostro album omonimo. Quali sono gli ingredienti di questo disco?
Il disco in origine doveva essere un disco prettamente acustico, nelle 40 canzoni di partenza infatti c'erano tanti pezzi chitarre e voce. La scelta di fare un disco folktronico, è nata con la composizione della prima traccia del disco STOP (video su Youtube), sull'onda di questo beat ho cosi' selezionato quei pezzi che piu' si adattavano a questo tipo di ambiente.
-Come sono nate le canzoni (sia da un punto di vista testuale che per quanto riguarda gli arrangiamenti)?
Le canzoni sono nate tutte di getto in casa, chitarra e voce. Prima la musica, poi i testi, poi gli arrangiamenti in studio di registrazione.
-Ascoltando il vostro disco, l'ascoltatore si trova di fronte un pop sperimentale che combina melodie elettroniche ed il sapore vintage delle chitarre elettriche. Perchè questa scelta? Da dove avete preso spunto per concepire questi brani?
La combinazione tra chitarre acustiche ed elettriche mi ha sempre affascinato. Sara' che come chitarrista è un modo per sentire insieme tutta la gamma di suoni che per ovvie ragioni amo. L'uso dell'elettronica al servizio di canzoni di matrice folk, è un modo di fare, per intenderci “alla Beck”, che mi è sempre piaciuto.
-Quali sono i vostri impegni futuri?
Un po' di promozione live, da conciliare con gli altri progetti, e rinchiudersi in studio per sfornare altre canzoni.
-Se doveste consigliare tre artisti contemporanei (band, cantanti, scrittori, pittori, attori...) quali sono i primi tre nomi che vi vengono in mente?
John Frusciante: l'ultimo disco “PBX funicular intaglio zone” è un elettroprog inaspettato e di puro istinto espressivo. Graham Coxon: A+E ultima uscita, è un elettroclashindiepunk veramente azzeccato, l'ho macinato. BadLoveExperience: Miei concittadini, l'ultimo disco “Pacifico” è un capolavoro del genere, pop nel senso alto del termine, quel modo di arrangiare cristallino, delicato e sperimentale alla Beatles secondo periodo, che oggi non ti aspetteresti mai.
-Cosa ne pensate del trattamento riservato oggi alla musica in Italia, dalla possibilità di emergere alle difficoltà nel trovare date per potersi esprimere?
In Italia è sempre stato difficile fare musica, non è una novita'. Internet da una bella mano, ma come prevedibile è un bel po' satura. Dato per scontato che è difficile, è comunque scontato che sia NECESSARIO. Pensare positivo, collaborare con altri musicisti e non fermarsi mai.
***foto sebastiano bongi tomà**