Abbiamo contattato LELLO SAVONARDO che ci ha raccontato le sue nuove canzoni, il suo nuovo disco dal titolo "Bit Generation", le sue influenze musicali, i suoi progetti futuri e molto altro. Buona lettura!
1. Chi è Lello Savonardo secondo Lello Savonardo?
Non è semplice rispondere a questa domanda, considerate le mie diverse anime. Sono un cantautore ma anche un sociologo sui generis. Insegno “Teorie e Tecniche della comunicazione” e “Comunicazione e Culture giovanili” presso il Dipartimento di Scienze Sociali dell’Università degli Studi di Napoli Federico II e sono autore di numerosi saggi sull'universo giovanile e i linguaggi musicali, tra cui Sociologia della Musica. La costruzione sociale del suono, dalle tribù al digitale (Utet, 2010) che, nel 2014, è stato pubblicato in lingua francese in tutto il mondo francofono da Academia/L'Harmattan. I miei interessi scientifici sposano da sempre la mia passione per la musica. In qualità di cantautore, ho all'attivo numerosi concerti, collaborazioni con artisti e musicisti di rilievo nazionale, la pubblicazione del mio primo disco dal titolo “Savonardo” e riconoscimenti prestigiosi, tra cui il Premio Lunezia che, nella stessa edizione, ha visto la partecipazione anche di Fabrizio De Andrè, premiato in quella occasione come il migliore poeta/cantautore italiano. Suonare sullo stesso palco, prima di lui, è stata un'emozione immensa per me. Il mio ritorno alla musica "attiva" è una sfida ma anche un progetto culturale, che si esprime attraverso suoni, parole, ritmi ed emozioni. Entrare in studio è stato come ritornare a casa, anche perché non ho mai smesso di suonare con la mia SBand. Ma è molto più difficile scrivere canzoni, esprimere se stessi, denudarsi, esporsi attraverso le emozioni di una canzone, che scrivere saggi di sociologia, in cui devi necessariamente tendere all'oggettività.
2. Come definiresti la tua musica? Se dovessi dare tre aggettivi alla tua musica, quali sceglieresti?
La mia produzione musicale appartiene alla canzone d'autore che si esprime attraverso diverse contaminazioni musicali. In una parola sono un cantapopraprockautore e la mia musica è interattiva, emozionale e sociale.
3. Cosa rappresenta per te la musica (la tua e quella che ascolti)?
La musica è uno straordinario strumento del ricordo e della memoria e contribuisce alla costruzione sociale delle nostre identità individuali e collettive. Racconta le nostre emozioni, le nostre esperienze e svolge una funzione sociale rilevante, nel legittimare le strutture sociali ma anche nel determinare processi di innovazioni significativi. Bit Generation racconta l'universo giovanile attraverso emozioni, parole e suoni che esprimono i mutamenti culturali, sociali e tecnologici del nostro tempo.
4. Ascoltando il tuo ultimo lavoro, ci si ritrova coinvolti in un vortice di melodie da cui è difficile uscirne. Innanzitutto: Come è nato questo lavoro? Quali sono le idee che sono alla base delle canzoni che lo compongono?
Il disco Bit Generation è un progetto culturale e cross-mediale che apre un ponte tra generazioni e che comprende diversi ambiti di approfondimento. Innanzitutto, il libro "Bit Generation. Culture giovanili, creatività e social media" (Franco Angeli, 2013) che contiene i risultati di una ricerca dell'Osservatorio Giovani dell'Università di Napoli Federico II sul rapporto tra universo giovanile e tecnologie digitali, con riflessioni teoriche e affondi tematici. I processi creativi della Bit Generation sono stati oggetto di seminari con Lorenzo Jovanotti, Roy Paci ed altri artisti che con me, all'Università di Napoli, si sono confrontati con gli studenti. I linguaggi giovanili sono al centro delle trasmissioni del programma dall'omonimo titolo di Radio Lab F2 dell'Ateneo Federico II, di cui sono coordinatore artistico. Il concept album Bit Generation rappresenta un'opera collettiva, realizzata con altri artisti come Edoardo Bennato, che firma il testo de "L'Equilibrista" e suona l'armonica in due brani, ma anche con Derrick de Kerckhove, guru della comunicazione, che interviene recitando dei versi nel brano "Always on". Un disco di canzoni o di "canzonette", come direbbe Edoardo, che si esprime attraverso le emozioni, cercando anche di far riflettere, oltre che divertire. Ogni ambito ha una sua specificità, ma tutti sono parte di un progetto culturale work in progress.
5. Quali sono i tuoi progetti futuri?
Promuovere Bit Generation e progettare altre forme mediali e comunicative che abbiano come fulcro l'attenzione sull'universo giovanili e sui mutamenti culturali della società contemporanea. Sono in cantiere altri pubblicazioni sul tema.
6. Musicalmente parlando, qual è il tuo sogno nel cassetto?
Diffondere, ovunque e il più possibile, il concept album Bit Generation, in quanto progetto culturale e sociale. E poi avere la possibilità di continuare ad incidere dischi, oltre a pubblicare libri, che diano continuità a questo mio progetto creativo e musicale.
7. Se dovessi consigliare tre band contemporanee, quali sceglieresti?
U2, Red Hot Chili Pepper e, anche se si riuniscono, ogni tanto, solo per progetti musicali mirati, i Police.