E' uscito venerdì 13 maggio 2022 in distribuzione Believe Digital "Lunaire", il nuovo disco del progetto Forse Danzica. Matteo Rizzi torna con un nuovo capitolo definitivo che vive nei locali underground di Milano e che nasce da una relazione a distanza in bilico: un disco che definisce il genere dell'electro-noir e che conferma Forse Danzica tra le realtà indipendenti più interessanti della scena.
Lo abbiamo incontrato, ed ecco cosa gli abbiamo chiesto.
Quali sono gli elementi essenziali che rendono l'immaginario di Forse Danzica così riconoscibile?
Certe cose non ce le si dovrebbe dire da soli. Però credo che ci sia una discreta convivenza tra l'alto e il basso.
Che cosa significa "Lunaire"?
Lunaire significa "lunare" ed è un riferimento a Pierrot Lunaire, che è la figura di riferimento di tutto questo percorso, per tanti motivi. Nelle poesie di Giraud e nel ciclo di Schoenberg viene presentato come un taciturno dandy innamorato della luna. Mi rivedo tantissimo in questa cosa, perché c'è il lato introspettivo del silenzio, c'è il lato mondano ed eccentrico del dandy e soprattutto la tendenza ad amare le idee, a fantasticare fino a soffrire per qualcosa che noi vediamo continuamente e che al contrario non ci vede mai. Amare la luna vuol dire questa cosa qui, vuol dire amare una bellezza che non ci appartiene e che però ci illumina e ci dà senso, che se da un lato è un perfetto copione di sofferenza, dall'altro mi ricorda sempre che l'amore arricchisce innanzitutto chi ama, più che chi è amato. Tra l'altro Pierrot Lunaire è un personaggio bergamasco
L'arrivo dell'estate non è forse in contrasto con le atmosfere di questo disco? Qual è il momento migliore per ascoltarlo?
Ma come, l'estate è il periodo più deprimente dell'anno, soprattutto agosto, meglio di così…
Come si sopravvive a Milano?
È un delicato equilibrio tra ansia e creatività, che sistematicamente perdo.