Abbiamo intervistato la Tango Spleen Orquesta in occasione dell'uscita del loro nuovo disco dal titolo “Vamos a la distancia”: ci hanno parlato dei nuovi brani, dei progetti futuri e molto altro.
Buona lettura.
1. Chi è la Tango Spleen Orquesta secondo la Tango Spleen Orquesta?
E’ un progetto che non ha eguali. Ci dedichiamo al tango e alla sua divulgazione ma andando oltre, ossia proponendo un genere abbastanza sconosciuto per un pubblico che al tango associava altre immagini sonore e creando nuova musica che abbandona i luoghi comuni.
2. Come definireste la vostra musica in tre aggettivi?
Audace, necessaria e inclusiva
3. Ascoltando il nuovo lavoro “Vamos a la distancia” ci si ritrova coinvolti in un vortice di melodie da cui è difficile uscirne. Innanzitutto: come mai questo titolo? Come è nato questo lavoro? Quali sono le idee che sono alla base delle canzoni che lo compongono?
Il titolo è tratto da un verso de la Milonga del trovador di Astor Piazzolla, brano presente in questo disco nell’interpretazione del nostro cantante pianista e direttore argentino Mariano Speranza in un suo arrangiamento essenziale. Ci è sembrato il più adatto a descrivere le circostanze, infatti in pieno lockdown abbiamo attinto alle nostre idee musicali per registrare questo nostro quinto lavoro. Il titolo è una esortazione ad andare avanti oltre le difficoltà e così è stato per noi. E’ un omaggio alla figura di Astor Piazzolla, di cui affrontiamo brani iconici che ci accompagnano da tempo come Adios Nonino, Fracanapa, Michelangelo 70, e che racchiude la libertà dell’ispirazione nelle nostre composizioni originali come Ciao della percussionista Anna Palumbo, Poeme della violista Elena Luppi e Calles di Mariano Speranza,
4. Come le idee dei diversi membri di un’orchestra contribuiscono a raggiungere un unico risultato finale?
Siamo un gruppo eterogeneo per formazione e provenienza musicale, le idee sono sempre molto varie, ma una guida chiara è fondamentale per incanalarle in un’unica direzione senza disperdere le energie e per dare un’impronta artistica omogenea e coerente. Quando le idee non combaciano si crea staticità, per sbloccare questa situazione qualcuno deve prendere una decisione con responsabilità e coraggio.
5. La stupenda esecuzione di “Oblivion” è una chicca in un album pieno di bellezza. Come mai avete ‘richiamato’ proprio quel brano?
In oltre dieci anni di palcoscenico abbiamo riscontrato che questo brano ha sempre suscitato una grande emozione nel pubblico. A fine concerto ci giungevano sempre richieste di registrazione, ma stranamente non era stato inserito nei dischi precedenti, così abbiamo colto l’occasione.
6. Quali sono i vostri progetti futuri?
Ci saranno nuove collaborazioni e tante inedite composizioni di tango per il pubblico della danza.
7. Se doveste consigliare tre band contemporanee, quali scegliereste?
Vi indichiamo due strade una per il tango nel suo essere contemporaneo, il gruppo Astillero, e una per il folklore argentino, Aca Seca.