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1.Chi sono gli SOS SAVE OUR SOULS secondo gli SOS SAVE OUR SOULS?
Siamo artigiani della musica e la band è la nostra bottega dove sperimentiamo, creiamo e possiamo esprimere in modo libero quello che siamo.

2.Come mai questo nome per il vostro progetto?
Dovevamo fare ordine e realizzare un album che riuscisse a rappresentare ciò che siamo senza seguire le mode del momento, infatti abbiamo usato pochissimi suoni di tastiere a favore di arrangiamenti basati su intrecci di chitarre. Noi siamo gli Esse o Esse perché è così che i fan ci hanno sempre chiamato, siamo una band che si diverte a scrivere e suonare in studio o dal vivo e come sempre nel corso di questi ultimi 25 anni siamo pronti a qualsiasi sfida per salvare le anime rock.

3.Come definireste la vostra musica in tre aggettivi?
Diretta, sincera, essenziale.

4.Ascoltando il vostro nuovo lavoro ci si ritrova coinvolti in un vortice di melodie da cui è difficile uscirne. Innanzitutto: Come è nato questo lavoro? Quali sono le idee che sono alla base delle canzoni che lo compongono?
Alcune canzoni sono rimaste nel cassetto per diverso tempo, altre le abbiamo portate nei concerti prima di inciderle. La pre produzione è stata affrontata insieme, come band, grazie a un registratore multitraccia uscito recentemente, facile da trasportare e dotato di 5 uscite per le cuffie, abbiamo allestito la sala prove di volta in volta per far emergere quello che ciascuno di noi sentiva rispetto al provino iniziale. Le canzoni parlano spesso del nostro vissuto o del nostro rapporto con la musica e la scelta di fare il lavoro di musicista. Diversa invece è stata la nascita del brano "Ancora vivere" perché stimolata da un fan che ci ha chiesto di riflettere sulle tematiche di salute e sicurezza sul lavoro e in particolare sulla pericolosità dell'utilizzo del cellulare alla guida.

5.Avete iniziato nel 1993: come avete visto cambiare la musica in Italia da allora ad oggi?
C'è meno curiosità, la possibilità di avere librerie potenzialmente infinite sul web ci ha forse tolto il gusto della scoperta o della ricerca, ci affidiamo troppo alle playlist o agli algoritmi di Spotify e ci lasciamo condizionare dai talent e dalle radio che trasmettono i loro prodotti di massa. Per i ragazzi di oggi è più difficile riuscire a suonare dal vivo con le proprie canzoni, la musica non può ridursi al lavoro di un produttore che crea tutto con il computer, la musica originale ha bisogno di spazi adeguati di confronto con il pubblico. Siamo cresciti guardando trasmissioni televisive come DOC (Renzo Arbore) o Help e Roxy Bar (Red Ronnie) dove gli artisti o le band suonavano dal vivo mentre oggi invece tutti fenomeni da soli nella propria cameretta postando video alla ricerca di click e "mi piace" sui social.

6.Quali sono i vostri progetti futuri?
Stiamo lavorando su nuovi brani e preparando uno spettacolo da portare in autunno nei teatri. A settembre saremo ospiti di diversi eventi organizzati da Italia Loves Sicurezza per lanciare il video ufficiale del brano "Ancora vivere".

7.Se doveste consigliare tre band contemporanee, quali scegliereste?
Gli Iron Maiden sono l'esempio di come la musica riesca ad affermarsi nonostante i brani non rispettino i canoni cosiddetti radiofonici, i The Struts giovani e talentuosi rockettari che sanno scrivere belle canzoni, i Faith No More perché mette tutti d'accordo quando si decide cosa ascoltare durante i viaggi insieme.