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"Il rock non è morto, anzi...": questo è uno dei messaggi lanciati da Omar Pedrini lo scorso lunedi 2 dicembre in un Fabrique sold out dove si è celebrato un evento unico: un art rock party fortemente voluto dal rocker bresciano che ha portato sul palco del locale milanese oltre alla viscerale musica rock anche la poesia, il cinema e la letteratura grazie ai tanti ospiti di questo evento speciale.

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Già nel pomeriggio si è tenuta la proiezione del docufilm “Lawrence. A Life in poetry” di Giada Diano ed Elisa Polimeni, uno straordinario documento su e con l’amico ed editore, “papà” della Beat Generation, Lawrence Ferlinghetti.

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Ovviamente l'attesa era focalizzata tutta per il main event della sera: al centro di tutto c'è il disco "Viaggio senza vento" dei Timoria uscito nel 1993, un album seminale per tutto il rock italiano (e non solo) capace di essere tramandato di musicassetta in musicassetta, di cd in cd tra le diverse generazioni di giovani di ieri e di oggi.

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Il pubblico accoglie Omar e soci con un boato e l'inizio è shock con la deflagrante "Senza vento" cantata a squarciagola da ogni singola persona nel Fabrique. Potenza del rock. La tracklist del disco è stata rispettata con alcuni picchi emozionali su "Sangue impazzito", "La cura giusta", "Lasciami in down" (con l'incursione del rapper Ensi), "Freedom" (con il palco pacificamente invasi dalle tante tribute band che hanno portato avanti negli anni il repertorio dei Timoria), "Verso Oriente" (con due ospiti di grande spessore: Eugenio Finardi con la sua intensità vocale e la magia del violino di Mauro Pagani), "La città del sole"...

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Il pubblico canta, balla, si diverte, si emoziona, si abbraccia, si scambia opinioni, si incrociano sguardi, c'è una simbiosi molto intima con Omar Pedrini che sul palco dà tutto sè stesso, mettendoci anima e cuore. Un altro momento toccante del live si registra nelle fasi finali con il bis di "Sangue impazzito" con una lineup speciale: alla voce Francesco Sarcina (Le Vibrazioni), alla batteria Alessandro Deidda (Le Vibrazioni) e le tastiere del maestro Enrico Ghedi, storico tastierista dei Timoria.

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Emozionanti e toccanti sono stati gli interventi dello scrittore russo Nicolai Lilin che ha raccontato il suo incontro con la musicassetta di "Viaggio senza vento"; le riflessioni e le considerazioni di Matteo Guarnaccia sul rock e sull'evoluzione della musica negli anni; le parole di Federico Scarioni sono la luminosa intro a una agognata "Sole Spento".

Omar Pedrini è lo zio rock d'Italia, capace di unire, emozionare, divertire, far rivivere un sogno iniziato tantissimi anni fa che continua e continuerà ora e per sempre.