Abbiamo intervistato gli ACINIDEVA che hanno pubblicato qualche giorno fa il loro esordio discografico dal titolo "Fuori dall'Eden". Ci hanno parlato delle nuove canzoni, delle influenze musicali, dei loro progetti futuri e di molte altre curiosità.
Buona lettura.
1. Chi sono gli Acinideva secondo gli Acinideva?
Quello che ci proponi è un interessante esercizio di straniamento... Gli acinideva per gli acinideva sono Dedizione, Condivisione, Ostinazione, Sacrificio e Autoironia: ingredienti che riteniamo indispensabili per coltivare, far crescere e fruttificare un progetto. Oggi più che mai, dato che con grande facilità e "a piene mani" vengono gettati in Rete semi di progetti musicali nella speranza che qualche "mi piace" caduto dal cielo possa fare il miracolo... Ma solo pochi di questi semi vengono gettati su un terreno fertile. E con questo intendiamo prima di tutto un terreno reso tale dal sudore di un lavoro durato anni, tra illusioni e disillusioni, intuizioni repentine e accanimenti intorno a un singolo accordo o riff, tra risate e pacche sulle spalle dopo liti furibonde su whatsapp perchè il povero Cristo di turno non è riuscito a incastrare la saletta in mezzo al lavoro, alle turnistiche dell'uno e dell'altro, alle fidanzate, moglie e figlie... Dunque "cinque amici che condividono un'ostinata dedizione al sacrificio, ma sempre con la giusta dose di autoironia". Questi sono gli acinideva per gli acinideva!
2. Come mai questo nome per la band?
Il nome "acinideva" deriva dall'immagine allegorica dell'umanità come un grappolo che discende da una stessa madre, Eva, assimilabile in fondo alla dea madre comune a tante religioni e cosmogonie. Gli acini rappresentano dunque tutti gli esseri umani che si sono succeduti nel corso delle epoche storiche e di quelle che verranno, fino all'inevitabile estinzione della specie. La signorina che mostra le proprie nudità nel logo, e che ci accompagna sempre sul palco, è proprio Eva nell'atto di tenere in mano il suo ultimo acino, ovvero l'ultimo uomo che resterà sulla Terra. Al di là degli scenari apocalittici il nostro è anche un modo per ricordare che, figli di Sua Maestà o figli di puttana, alla fine della fiera siamo tutti fratelli...
3. Come definireste la vostra musica? Se doveste dare tre aggettivi alla vostra musica, quali scegliereste?
Caustica? Eterea? Forse etereocaustica... Dovessimo poi appiccicarle un'etichetta "di genere" le sentiamo piuttosto calzante quella di "cantautorock"
4. Cosa rappresenta per voi la musica (la vostra e quella che ascoltate)?
La musica per noi rappresenta un'esigenza di espressione e comunicazione a livello viscerale, emotivo, cerebrale e artistico nel senso più ampio del termine. Ne è un esempio il "progetto Ecfrasi", realizzato in collaborazione con l'illustratore Simone Alfarone (artefice di tutte le nostre grafiche) e confluito nel booklet del disco. "Ecfrasi" erano nella retorica antica quelle tecniche che permettevano a un testo di imprimersi in immagine nella mente del lettore-ascoltatore, rendendolo in questo modo compartecipe del processo creativo. Nel booklet ogni testo è accompagnato da un'illustrazione che non è altro che la traduzione figurativa dell'immagine mentale che ha suggerito al nostro Simone.
5. Ascoltando il vostro ultimo lavoro dal titolo “Fuori dall'Eden” , ci si ritrova coinvolti in un vortice di melodie da cui è difficile uscirne. Innanzitutto: Come è nato questo lavoro? Quali sono le idee che sono alla base delle canzoni che lo compongono?
Trattandosi del primo disco, "Fuori dall'Eden" si è fatto un po' da solo, in itinere, senza paletti o una direzione prestabilita da seguire. In realtà, con il progressivo prendere forma dei brani, emergeva di volta in volta un comune denominatore che abbiamo cercato di assecondare sia dal punto di vista della testualità sia per quel che riguardava armonie ed arrangiamenti. Alcuni testi, con le relative melodie, sono nati dalle suggestioni suggerite da una particolare atmosfera sonora, fosse quella eterea e dilatata di una ballata o quella caustica e claustrofobica di in riff più serrato o di una sezione ritmica più martellante; in altri casi sono stati testo e melodia, costruiti a partire da semplici appoggi di piano, a suggerire o richiedere determinati arrangiamenti, sempre in direzione mimetica di una simbiosi tra musica e testo, tra significante e significato.
Alcuni brani affondano le proprie radici nell'attualità (come Lampedusa, Norwegian suite o L'inganno) o nella satira di costume (Polvere di star), altri nella letteratura sacro-profana (come Il Cantico dei cantici o Prima del bacio tra Paolo e Francesca) o nell'humus delle passioni umane e della loro traccia memoriale (Istantanee), altre ancora proiettano il reale in un immaginario apocalittico (Arbeit macht Frei e Ossigeno). Il comune denominatore? La voglia di tradurre in parole e musica i chiaroscuri del genere umano (la cui eterogeneità abbiamo cercato di esprimere in quella sorta di manifesto programmatico che è Eva): farne percepire l'odore di incenso e di urina.
6. Quali sono i vostri progetti futuri?
Guardando a un futuro prossimo, oltre a promuovere questo primo "parto" della nostra Eva (a questo proposito grazie per averci dedicato la vostra attenzione!), stiamo già lavorando al secondo disco. Anzi, diciamo che per metà circa ha già iniziato a prendere forma, preservando lo stesso spirito e comune denominatore del primo, ma allo stesso tempo percorrendo anche nuove strade che, per non farla troppo lunga, potremmo definire più "sfacciate" (o almeno così ci appaiono).
7. Musicalmente parlando, qual è il vostro sogno nel cassetto?
Oltre a poter disporre di un cassetto più grande per non smettere mai di sognare? Semplicemente poter portare avanti questo progetto su cui stiamo investendo, perché crediamo in quello che facciamo ed esprimiamo. Certo che un aiuto dall'alto non guasterebbe... anche perché abbiamo ancora tante (forse troppe) cose da dire.
8. Se doveste consigliare tre band contemporanee, quali scegliereste?
Domanda poco "democratica" dato che siamo in cinque (più Eva)... Limitando il campo a questi ultimissimi anni: Ministri, Management Del Dolore PostOperatorio e Blastema.
C O N T A T T I